Consultorio ad Ardea, è già polemica sul numero di ore in cui verrà aperto e sull’organico che andrà a coprire il servizio. La questione è stata sollevata dall’associazione “Le donne di Ardea”, capitanate da Barbara Tamanti, che da sempre si battono per l’apertura di un consultorio – efficiente e attrezzato – nel Comune rutulo.
“Le donne di Ardea – spiega la Tamanti – da sempre attive sulla questione sanità e servizi, si sono rese protagoniste dapprima della lotta per ottenere il consultorio familiare territoriale, poi della denuncia della insalubrità dei locali (inadeguati) che lo ospitavano”. Proprio a seguito della loro denuncia di era arrivati alla chiusura del consultorio.
“Con grande coerenza abbiamo compreso la necessità dalla chiusura temporanea, certe che – come ci era stato comunicato – si trattasse di una chiusura temporanea, durante la quale abbiamo accettato di doverci recare per le visite a Pomezia, dove chi operava al consultorio di Ardea si è appoggiato. Ma non abbiamo mai smesso di seguire la vicenda della riapertura. Dopo anni e presidi e riunioni e incontri, e interrogazioni in consiglio, le Donne di Ardea hanno sollecitato la Regione, competente in fatto di sanità, per ben due volte. A oggi i proclami dicono che siamo in dirittura di arrivo, ma noi chiediamo chiarimenti sull’organico che andrà a a coprire la nuova struttura, visto che alla prima apertura il presidio funzionava solo mezza giornata, con evidenti carenze, a causa dell’organico ridotto. Ardea vanta una popolazione degna di avere due consultori, in base alla richiesta e alla frequentazione: ci chiediamo se nella pianificazione siano state previste aumenti delle ore come ci era stato garantito in uno degli incontri avuti con la Asl, perché aprire un consultorio con sole 5 ore di ginecologia per tre volte a settimana, e senza il resto delle figure di cui dovrebbe essere fornito un vero e serio consultorio, equivale a una presa in giro. Il consultorio ha lo scopo, oltre che di prevenzione e cura, di educare, sostenere e accogliere giovani coppie e giovani donne, indirizzandole verso una consapevole sessualità. In alcuni Comuni le operatrici, insieme a medici psicologi, organizzano incontri, o vanno addirittura nelle scuole proprio per questo scopo. Ma se si pensa di mantenere le sole 15 ore, questo consultorio non sarà mai in grado di eseguire il lavoro che caratterizza la sua natura”.
Tamanti conclude rivolgendosi al Primo Cittadino di Ardea.
“Chiediamo al sindaco Luca Di Fiori di rispondere, in quanto responsabile della salute pubblica sul territorio comunale, su quali passi sta facendo per l’aumento di ore e personale, a che punto siano le trattative e con quali figure si intende riaprire il nostro agognato consultorio territoriale familiare. A quanto risulta, nessuna di queste cose risulta ancora ufficialmente comunicata: ci auguriamo che il primo cittadino si schieri al fianco della nostra lotta, senza indugi”.
Le ‘Donne di Ardea’ di nuovo in lotta per il consultorio
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