Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata da Piero Angellotto in risposta alle precisazioni fornite dai dipendenti del settore Lavori Pubblici del Comune di Pomezia.
Egregio Direttore, leggo con stupore la lettera dei dipendenti del settore lavori pubblici che puntualizzano “nessuno di noi ha mai subito condanne in primo grado”, che “ci siamo comportati sempre correttamente”. Ebbene, io nell’ esposto inviato anche all’autorità nazionale anticorruzione, evidenziavo quanto già precedentemente segnalato sugli affidamenti diretti fatti dal dirigente ai lavori pubblici. Chiedevo di prendere provvedimenti quale la rotazione; se i 14 dipendenti non hanno subito condanne in primo grado, ed è vero, a loro non è venuto il dubbio che il condannato in primo grado citato potesse esser di altro settore? Non ho difficoltà a precisarlo, ma loro cosa rispondono a tutte le puntuali contestazioni fatte sugli affidamenti diretti, spacchettando sotto soglia? E’ una procedura corretta ? E ancora, perché ci sono nomi di ditte che ricorrono più di altre? E perché per l’anno 2014 non sembra si sia seguita la procedura prevista dalla legge, fatta correttamente negli anni precedenti, per la formazione di elenchi di operatori economici nelle diverse categorie, attraverso avviso pubblico, da cui sorteggiare le ditte da invitare alle gare pubbliche, considerato che gli elenchi sorteggiati nel 2012 erano validi solo fino al 31/12/2013? Come sono state fatte le gare? Chi è stato invitato a partecipare? E’ stata solo una dimenticanza? Perché ad oggi non è stata predisposta la procedura di avviso pubblico per l’anno 2015?
Egregi signori dipendenti dei lavori pubblici, io cercavo di difendere l’onorabilità di 40 vostri colleghi e non pensavo di dare il fianco ad una difesa d’ufficio mascherata del comportamento del vostro dirigente, che a mio parere, non è in linea con la normativa anticorruzione, e confermo che assumerò ogni ulteriore iniziativa utile , se il Sindaco ed il Segretario Generale rimarranno ancora inerti, affinché la correttezza amministrativa non sia solo affermata ma sia anche professata.
Pietro Angellotto