Sabato 8 novembre il comitato dei vincitori di concorso del comune di Pomezia scende in piazza a Roma insieme ai sindacati: “Manifestiamo per rendere pubblica l’ingiustizia di cui siamo protagonisti – hanno dichiarato i dipendenti coinvolti nella vicenda – Saremo in piazza domani a Roma per la manifestazione nazionale dei lavoratori dei servizi pubblici convocata da Cgil, Cisl e Uil per difendere i servizi ai cittadini e il salario dei lavoratori. Vincitori di concorso a tempo indeterminato nel 2012, abbiamo firmato un contratto a tempo determinato col Comune di Pomezia che scadrà il prossimo 30 giugno, e che l’amministrazione Fucci non intende rinnovarci. Il nostro Sindaco continua a raccontare mezze verità e non dà risposte concrete: dichiara alla stampa che la nostra presenza nell’ente è indispensabile e poi agisce come se noi fossimo un danno per il comune invece che una risorsa, come se fossimo nemici invece che qualificati collaboratori. Il ricorso in appello nella causa che vede coinvolti i lavoratori a tempo determinato ne è l’ultima dimostrazione”. La protesta dei lavoratori è in contemporanea con le assemblee fissate dall’amministrazione pometina per incontrare in piazza, a Pomezia e a Torvaianica, i cittadini. “Domani il Sindaco Fabio Fucci parlerà ai cittadini in assemblee pubbliche in cui sbandiererà ai quattro venti il lavoro fatto, i soldi risparmiati, i danni del passato – hanno commentato i dipendenti precari – Ma siamo certi che non dirà una parola sugli oltre 100 precari del suo comune che quotidianamente lavorano per fornire quei servizi alla cittadinanza di cui si fregia, oltre 100 giovani che lottano per mantenere il posto di lavoro e continuare a garantire i servizi comunali. Non dirà che dal 1 luglio 2015 gli sportelli al pubblico verranno ridotti, gli uffici si svuoteranno, la polizia locale verrà dimezzata. Per questo abbiamo deciso di dirlo noi, per questo domani sfileremo in corteo, sostenendo le nostre ragioni e chiedendo una risposta dal Governo e dall’Amministrazione comunale”.
“Domani – hanno concluso i lavoratori – saremo in piazza per raccontare a tutti la nostra storia – caso unico nella pubblica amministrazione italiana – e per rendere pubblica l’ingiustizia di cui siamo protagonisti. Saremo in piazza per gridare al Governo che chi vince un concorso pubblico non può essere lasciato solo in balia di variazioni normative repentine o di umorali volontà politiche. Non possiamo accettare che le istituzioni non esercitino a pieno il proprio ruolo: la continua e ripetuta delega della politica agli organi di controllo e alla magistratura rischia di produrre danni economici pesantissimi oltre che contenziosi umani che per i quali non sarà possibile ottenere alcun risarcimento”.