Il progetto, che già a febbraio scorso sembrava essere vicino al taglio del nastro, a causa di questa occupazione, si è arenato. Nei tre appartamenti i papà dovevano avere l’uso esclusivo di una camera da letto con due letti singoli, uno per ospitare periodicamente un figlio, e l’uso degli altri spazi comuni con l’altro papà occupante, l’uso degli arredi e delle utenze con la corresponsione di un contributo al Comune fino ad un massimo fissato in 200 euro.
I richiedenti, tra i requisiti, dovevano avere residenza a una data anteriore alla separazione nel Comune di Latina, avere un indicatore Isee non superiore a 16.420,00 e possedere un reddito annuo netto sufficiente a far fronte al proprio mantenimento e al versamento del contributo quale quota di rimborso per l’alloggio. Le abitazioni, ottenute grazie a una permuta con un privato e destinate con delibera di consiglio comunale ai servizi sociali, erano quasi pronte.
A coadiuvare l’iniziativa e a fornire un sussidio importante ai papà doveva essere il Centro famiglia del Comune. Il progetto doveva partire in via sperimentale nell’attesa di diventare una realtà avviata nel territorio. Il Comune aveva deciso che l’assegnatario doveva impegnarsi a seguire un percorso di accompagnamento finalizzato all’educazione alla genitorialità e al ripristino della propria autonomia. L’input dell’iniziativa partì nel lontano 2011 quando l’assessore preposto Patrizia Fanti presentò e ottenne dall’assessorato ai servizi sociali della Regione Lazio una domanda di finanziamento di 200 mila euro per alloggi temporanei e supporti ai papà separati nell’intento di abbassare il livello di vulnerabilità economica e abitativa degli stessi. Soldi che servivano per arredare i tre alloggi con annesso un piccolo giardino e per supportare il servizio che forniva assistenza legale e psicologica ai papà separati.
A maggio arrivano i problemi e il progetto si blocca. Due dei tre appartamenti vengono occupati, così la Polizia di Stato il 14 maggio 2015 interviene. Arrivati sul posto per una segnalazione di violazione di domicilio, gli agenti della Squadra Volante della Questura di Latina constatano la rottura di un vetro in uno degli appartamenti comunali. All’interno trovano una coppia Rom con due figlie di 2 anni e 8 mesi. L’uomo, poco più che maggiorenne, già noto alle Forze dell’Ordine per precedenti di Polizia, viene così identificato e segnalato per danneggiamento e violazione di domicilio. La compagna, appena 16enne, e in stato di gravidanza, viene affidata al fratello maggiore.
Il caso sembra risolto. Ma stranamente a distanza di quattro mesi dall’intervento gli appartamenti restano occupati nonostante i continui solleciti dei condomini alle autorità preposte. A denunciare la situazione anche il movimento 5 stelle di Latina che, attraverso un comunicato del 17 maggio sui social network, mette per iscritto nomi e cognomi degli occupatori chiedendo alle autorità il ripristino della legalità a discapito del malaffare di alcuni clan locali: “Ad occupare il locale dato in affidamento all’associazione Casa del Papà sono stati Gianluca Di Silvio e la moglie di sedici anni incinta e con due figli a carico. Chi è Gianluca Di Silvio? Ovviamente fa parte del noto clan Ciarelli-Di Sivio ed è fratello di Samuele Di Silvio, coinvolto nel processo Andromeda (assolto) e noto alle forze dell’ordine per numerose questioni criminali” informano i cinque stelle che nel comunicato precisano: “Pare che Gianluca Di Silvio abbia occupato lo stabile di proprietà del Comune, e, dunque, della collettività, e che abbia fatto razzie di tutto ciò che ha trovato dentro (mobilio in primis). I metodi li conosciamo: lo Stato confisca al clan dei beni (sta accadendo in questi mesi, sopratutto al patrimonio dei Ciarelli), e loro se lo riprendono con l’arroganza e gli interessi. Ancor più inquietante è il rimando che Gianluca Di Silvio induce: era lui insieme al fratello Samuele, a Salvatore Sparta Leonardi (figlio di un ex pentito di Cosa Nostra) e ad altri ceffi del clan che mesi fa si erano scagliati vigliaccamente, colpendolo con una mazza da baseball, contro un ragazzo nella zona pub di Latina al grido, vessillo del clan Ciarelli-Di Silvio: Devi porta’ rispetto. Il rispetto che noi conosciamo è solo uno: il rispetto della legalità e dell’onestà“ concludono dal movimento 5 stelle di Latina.
Nei giorni scorsi lo sfogo dell’ex assessore ai Servizi Sociali Patrizia Fanti che con un comunicato ai giornali scrive come il progetto ideato da lei sia stato portato al fallimento dai suoi successori : “La vicenda relativa alla occupazione delle case dei papà separati appare a mio avviso quale la rappresentazione della , incuria e della incapacità della amministrazione di perseguire un progetto evoluto e puntuale”.
Da ADIANTUM arriva la protesta del Presidente: “E’ uno scandalo”, tuona Giacomo Rotoli, “a quanto pare non basta che molti genitori separati in difficoltà, così come intere famiglie indigenti, debbano essere costretti a dormire in auto. Le autorità devono intervenire con determinazione e con tutta la forza di cui dispongono. La tutela dei più deboli viene prima dei cavilli legali. Noi diciamo di usare sempre la persuasione, ma laddove occore anche la forza. Poi saranno gli occupanti abusivi a dimostrare, eventualmente, di avere ragione”.
“Siamo tra i precursori degli interventi di compensazione sociale per i più deboli”, afferma Massimiliano Gobbi, delegato ADIANTUM per il Lazio, “e sugli interventi di edilizia abitativa abbiamo sempre detto la nostra. La criminalità non guarda in faccia nessuno, ma adesso ci aspettiamo il sostegno attivo dello Stato e degli enti locali. E’ necessario aumentare il livello di vigilanza sulle occupazioni abusive ed aggiornare la normativa”.
E’ bene ricordare che a seguito della sfiducia all’ ex sindaco Giovanni Di Giorgi da giugno al Comune c’è il commissario straordinario Giacomo Barbato che governerà la città pontina fino alle elezioni del 2016. Tanti sono i problemi che il commissario dovrà affrontare nell’immediato.
Quello della Casa dei Papà però sembra essere prioritario per la città, un servizio importante da inquadrare nell’ottica della famiglia e dei minori, che ad oggi è lontano anni luce dal realizzarsi.
Associazione Adiantium