“Ho iniziato a raccogliere fondi per poter ridare al mio papà la possibilità di riabbracciare ancora il suo più grande amore: suo nipote”. Questa è la storia di Chiara, del suo papà e di una malattia improvvisa che, in pochissimi giorni, ha stravolto la vita dell’intera famiglia. Il piccolo Luca, nome di fantasia, è da sempre legato al nonno e i due sono insostituibili. Il sogno di Chiara è quello di poterli rivedere insieme. Una storia difficile da credere. Che fa paura. E che, soprattutto, ha bisogno di essere ascoltata e condivisa.
La storia
Tutto è partito da un semplice raffreddore. Il papà di Chiara, Maurizio, 61 anni, non aveva nessuna patologia. La figlia lo descrive come un “lavoratore e nonno a tempo pieno”. L’amore per suo nipote va oltre ogni limite immaginabile, anche ora. Il raffreddore si è trasformato presto in qualcosa di più. In qualcosa che è diventato un inferno. E poi in un incubo che sembra non voler finire.
La sindore di Guillain Barrè
Ha avuto una gravissima e rarissima reazione autoimmune che lo ha totalmente paralizzato in 48h. Sono bastati due giorni e tutte le sicurezze che aveva un minuto prima, sono sparite. Dopo qualche giorno è andato in coma. Dopo circa 40 giorni, si è risvegliato tetraplegico, tracheostomizzato e ventilato. Sono passati 5 mesi da quando ha riaperto gli occhi dal coma, ma la situazione è sempre la stessa.
Chiara racconta che da poco il papà ha iniziato a deglutire. Sta facendo una “riabilitazione a gestione intensiva” che, anche se in tempi lentissimi, ha portato tantissimi risultati. Purtroppo la sindrome di Guillain Barré è una malattia a remissione spontanea legata alla gravità dell’evento. Quindi più grave è stato l’evento, più tempo ci vuole per la remissione.
“Il suo destino è segnato”
“La sanità italiana non può dare al mio papà il tempo di cui necessita per recuperare il recuperabile. Non esiste una struttura riabilitativa che possa prendere in carico un paziente che abbia una ventilazione meccanica, neanche se in fase di svezzamento”.
Il suo destino è segnato. Dopo l’estate, la terapia intensiva riabilitativa, lo dimetterà. Le alternative, al momento, sono due: casa o RSA.
Leggi anche: Castelli, il piccolo Francesco e la lotta contro una malattia sconosciuta: il racconto della mamma
La forza di Chiara
Di fronte a tutto questo male Chiara non si arrende. Non può farlo. Ogni giorno trova la forza dentro di sé, non si da per vinta e, insieme al papà, combatte la battaglia.
“Voglio dargli la possibilità di raggiungere il suo più alto potenziale raggiungibile, iniziando una riabilitazione in una struttura privata. Vorrei regalargli 3 mesi, nella speranza che riesca a togliere definitivamente il ventilatore”.
Come poter aiutare
Chiara ha aperto una raccolta fondi su GoFundMe. La donazione è libera e farlo è semplicissimo.
Qui il sito per donare.