Ignazio La Russa fa dietrofront. Si rimangia infatti le dichiarazioni espresse sul figlio Leonardo Apache, indagato per un presunto stupro ai danni di una ragazza 22enne. Il Presidente del Senato ha voluto rivedere le proprie parole, menzionando come “non rifarebbe più delle dichiarazioni simili verso la difesa del figlio e che potrebbero essere interpretate come un attacco alla signorina”.
Il dietrofront di La Russa sul presunto caso di stupro
La questione legata a Leonardo Apache, indipendentemente dall’innocenza o meno, era diventata nelle settimane scorse una bomba politica ai danni di Fratelli d’Italia. Un modus che, anche per le dichiarazioni dello stesso Presidente del Senato della Repubblica, aveva portato il Partito Democratico a chiedere le dimissioni immediate della seconda carica dello Stato Italiano.
La spinta di Fratelli d’Italia sulla nuova posizione di La Russa
L’affare La Russa, se così si può dire, era diventato un terreno di scontro tra le varie anime che compongono il partito di Fratelli d’Italia. Le dichiarazioni del Presidente del Senato, infatti, avevano creato non pochi imbarazzi alla componente della realtà meloniana, con la stessa Premier che con buon senso aveva addirittura preso le distanze dalle dichiarazioni della seconda carica dello Stato.
Il cortocircuito, infatti, era abbastanza palese, soprattutto in un partito dove ci si era sempre battuti per far denunciare alle donne i casi di violenza e di stupro. Con buon senso, Giorgia Meloni aveva evidenziato come il suo partito prendesse questa linea riguardo il caso di Leonardo Apache, ovvero quello di “solidarizzare sempre con la ragazza che denuncia episodi di violenza”.
La marcia indietro al Senato
Ignazio La Russa ha ripreso l’argomento in Senato, durante una conferenza stampa coi giornalisti: “Non volevo attaccare la ragazza. Non la rifarei, ma soprattutto perché non sono stato bravo a far comprendere che, nelle mie dichiarazioni, non c’era nessun attacco alla ragazza e da quel momento, avuti i suoi difensori, tocca a loro parlare. La mia convinzione di padre, tuttora esistente, è di credere a mio figlio perché un padre può anche non credere a suo figlio. Ma se crede a quello che il figlio gli racconta, non c’è niente di male che lo dica”.