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LA GUARDIA DI FINANZA AL COMUNE DI ARDEA: SEQUESTRATA LA DOCUMENTAZIONE RELATIVA ALLA “UNO LIGHT”

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UNO LIGHT

La Guardia di Finanza di nuovo in “visita” al Comune di Ardea, stavolta per portare via diversi faldoni riguardanti la pratica urbanistica dello stabilimento conosciuto come “Uno Light”, ovvero la delibera discussa a fine ottobre alla voce di “Società Idea Linea Luce s.r.l.: programma integrato di intervento per la riconversione urbanistico edilizia ed ambientale del complesso industriale”. I faldoni riguardano infatti la richiesta del cambio di destinazione d’uso da industriale a commerciale per salvare gli oltre 50 posti di lavoro dei dipendenti dell’ex stabilimento. Dopo quasi cinque anni dalla domanda presentata dall’imprenditore, qualche settimana fa la delibera riguardante la variazione è stata approvata in sede di consiglio comunale, anche se – come ha precisato il presidente del consiglio comunale Massimiliano Giordani – non è ancora stata firmata per la pubblicazione. La Guardia di Finanza tra ieri ed oggi ha trasferito negli uffici della Compagnia di Pomezia tutti i documenti relativi alla delibera per essere visionati in quanto ci sarebbe un esposto che denuncia irregolarità. Da indiscrezioni sembrerebbe che i militari delle fiamme gialle abbiano agito a seguito di “notizia criminis”. Ma come i finanzieri siano arrivati a sequestrare la pratica non ha importanza: quello che importa è cosa ci sia dietro. Sembra comunque che quella relativa alla “Uno Light” non sia stata la  sola pratica ad essere prelevata.  Riguardo al cambio di destinazione d’uso ora sotto l’attenzione della GdF, circa un anno fa il sindaco Luca Di Fiori aveva pubblicizzato che la monetizzazione da versare al Comune  da parte della proprietà comprendeva una palazzina e del denaro. La palazzina, ironia della sorte, sarebbe poi stata data dal Comune alla Guardia di Finanza (anche se dal Comando Generale delle Fiamme Gialle non ne sapevano nulla) per trasferirci la caserma che ora ha sede a Pomezia, mentre i soldi sarebbero dovuti essere utilizzati per le opere di urbanizzazioni e per lavori pubblici nel territorio. Successivamente il Comune ha preteso soltanto monetizzazione in denaro: un costo per la proprietà di oltre sette milioni di euro, entra che nelle casse comunali sarebbe stata graditissima, considerate le condizioni in cui versano attualmente. Il sequestro della pratica blocca ora tutto l’iter per l’eventuale trasformazione del sito e al momento non è possibile formula ipotesi sui tempi. Il proprietario, venuto a conoscenza dell’intervento della Guardia di Finanza soltanto nel pomeriggio di oggi, ha riferito che non sapeva nulla di quanto stava accadendo, nonostante  fosse passato dalla Presidenza del Consiglio in tarda mattinata.  E’ possibile che dopo una prima lettura delle carte queste possano essere riportate subito all’ufficio tecnico comunale per poter completare l’iter burocratico del cambio di destinazione urbanistica e salvare i cinquanta posti di lavoro che tanto stanno a cuore al proprietario ed ai suoi dipendenti, ma di questo non vi è alcuna certezza, anche se sembra che il neo dirigente abbia preparato il tutto con alta professionalità e secondo leggi e decreti in vigore, tanto che il progetto era stato approvato dall’intera maggioranza.

Luigi Centore

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