La storia di Amina sta facendo il giro del web. Ed è un bene, perché oltre al grande esempio di coraggio, perseveranza e dedizione, è anche un monito affinché gli enti sanitari prendano a cuore la faccenda, sensibilizzando di conseguenza anche chi, di questi problemi, per fortuna, non ne ha mai sentito parlare.
Amina, una storia di coraggio e speranza
Amina è stata operata a seguito di un tumore cerebrale scoperto da bambina. Ma i medici non le avevano dato grandi speranze di vita. Tuttavia, alle volte, la vita e l’amore sono più forti. Soprattutto l’amore di una madre che ha fatto di tutto (e continua a farlo) per sua figlia Amina, che oggi ha 38 anni e che da quando è piccola, purtroppo, ha una disabilità gravissima a seguito di quel tumore avuto in tenera età.
La madre in lotta per sua figlia
La madre coraggiosa, Rita Basso, ha condotto mille battaglie per richiede ”semplicemente” l’assistenza domiciliare, qualcuno che l’aiuti a stare vicina a sua figlia. Prendersi cura di lei, ogni giorno, h24, diventa complicato: tutte le attenzioni, come è lecito, sono su Amina. Ma anche Rita ha dei problemi e chiede solo di essere ascoltata, affinché la Regione, che sembra essere sorda alle sue richieste, fornisca l’assistenza infermieristica a casa.
Mamma Rita e i suoi problemi di salute
Infatti, alla disabilità gravissima di Amina, si aggiunge purtroppo una condizione di salute non certo delle migliori della mamma Rita. La donna, infatti, ha maturato seri problemi alla schiena, dalla prima vertebra al coccige. Ma non basta questo a farla demordere: lei continua ad assistere sua figlia Amina con continuità, giorno e notte, senza sosta.
Da questa vicenda, poi, ne è nata anche una pagina Facebook, o meglio, un gruppo dal nome ”Io sto con Amina”, che ha un obiettivo molto importante: raccontare e raccontarsi, affinché non ci siano più mamme e figlie sole, in difficoltà, abbandonate dalle istituzioni.
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Il gruppo Facebook ”Io sto con Amina”
E proprio in questo gruppo, nelle ultime ore, arriva il messaggio di una utente, che ha deciso di rivelare anche la sua di storia, per non far sentire sole Rita e la sua Amina, per dare ancora più coraggio e voglia di continuare a lottare e dimenarsi, affinché le cose combino. Un messaggio non facile per l’utente, come vedrete dalla sua storia, che ha scelto l’anonimato. Un messaggio per continuare ad infondere coraggio e forza, ma anche per ringraziare Rita e tutte le mamme testarde e caparbie, che non si arrendono per i loro figli.
La lettera anonima di un utente
“Carissima signora Rita, mi sono imbattuta nella storia di Amina per caso. Nella prima parte del racconto sono tornata indietro di 34 anni…. Sono nata nel 1986 e nel 1991 sono stata operata di astrocitoma giovanile alla testa. Mia madre smosse il mondo, capendo che in me, già dall’anno prima c’era qualcosa che non andava: vomito, mal di testa, perdita dell’equilibrio e verso la fine anche una semi paresi facciale. Le dissero che non avevo nulla, che era lei a trasmettermi ansia e che io somatizzavo in questo modo. Riuscì tramite amicizie a farmi fare una risonanza magnetica con contrasto.Le dissero che il tumore era arrivato alla gola, che nel migliore dei casi mi sarei addormentata e non svegliata più. Tramite un avvocatessa amica di famiglia si arrivò ad un professore del Ploclinico dell’Umberto 1, che decise di aprire anche se per lui non c’erano più speranze. Riuscirono a togliere il tumore, dopo 11 ore di intervento, ma mi dovettero operare una seconda volta perché il liquido spinale non passava correttamente.
Adesso ho 36 anni e 2 bambini. Sto bene, anche se a volte, soprattutto quando sono agitata, non riesco ad esprimermi bene. Ho perso 10 cm di crescita, perché il tumore era appoggiato all’ipofisi. Mia mamma si chiama Rita come lei, ho ricordi nitidi di quei giorni in ospedale, dei peluche, del catetere, dei capelli rasati. Ma ancora di più ricordo la disperazione celata in forza negli occhi di mia madre, ed è straziante per me sapere che lei signora non ha mai smesso di soffrire così. Io la abbraccio dall’immenso del mio cuore, abbraccio Amina, che sarei potuta essere io in questo momento…. Lei è una donna forte, ed Amina è una ragazza fortunata ad averla come mamma. Se non ci foste state voi mamme, testarde, noi non saremmo qui, grazie di non aver mollato. Con affetto”.