“Considerato che il Servizio Igiene Sanità Pubblica (S.I.S.P.) dell’Azienda USL RM/H Distretto H4 Pomezia/Ardea – si legge nel provvedimento – ha chiesto a questa Amministrazione comunale, in considerazione anche della presenza di pozzi ad uso potabile, di procedere all’emanazione di opportuni provvedimenti a tutela della salute pubblica, inibendo l’uso a qualsiasi titolo delle acque del Fosso di Campo Ascolano” e “ravvisata l’esigenza, ed in via cautelativa in attesa del referto del monitoraggio ambientale che i competenti organi provinciali/regionali realizzeranno sul terreno e i corpi idrici interessati, di disporre il divieto di utilizzo per il consumo umano dell’acqua da pozzo fino a successivo provvedimento” si ordina “ai residenti in località Campo Ascolano, proprietari e/o utilizzatori di pozzi di acqua, l’immediato divieto di utilizzo a qualsiasi titolo dell’acqua emunta da pozzo (compreso l’uso irriguo per ortaggi e verdure destinate all’alimentazione nonché per lo scarico dei servizi igienici), fino a provvedimento di deroga”. Contestualmente è stata firmata un’ulteriore ordinanza che vieta l’utilizzo “a qualsiasi titolo dell’acqua del fosso di Campo Ascolano, fino a provvedimento di deroga”.
INQUINAMENTO FOSSO DI CAMPO ASCOLANO, VIETATO L’USO DELL’ACQUA DEI POZZI
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“Le ordinanze del sindaco – ha dichiarato Antonio D’Agostino, presidente dell’Associazione “Insieme Per Campo Ascolano” – confermano la gravità e le preoccupazioni che abbiamo espresso nell’immediatezza dell’incidente e ribadito successivamente quando, ad un solo giorno dallo sversamento, secondo le notizie diffuse ed attribuite ai vertici dell’Aeroporto: “tutto era rientrato nella norma”. Evidentemente non era così. I danni sono ingenti e temo ne sopporteremo le conseguenze per molto tempo. Eventi così gravi non possono e non devono essere affrontati con la superficialità che emerge dalle parole rassicuranti frettolosamente diffuse. Peraltro senza alcun riscontro scientifico.
Riaffermiamo con forza l’invito rivolto ai vertici dell’Aeronautica di rispettare gli abitanti del quartiere ed intraprendere un percorso che conduca ad una convivenza leale e di perfetto equilibrio nel rispetto delle reciproche esigenze”.
“Quanto all’iniziativa del sindaco – hanno affermato dall’Associazione – a nostro avviso, per precauzione e per buon senso, le due ordinanze avrebbero potuto essere emesse nell’immediatezza dell’evento, vista la evidente portata e le immaginabili conseguenze dello sversamento. Così come forse sarebbe stato prudente vietare la balneazione, visto che nei giorni successivi le spiagge erano ancora frequentate da bambini e da famiglie non residenti e, quindi, presumibilmente all’oscuro di quanto accaduto”.