«Se l’immigrazione è gestita male in Italia è soprattutto perché è diventata un business. È assolutamente necessario, in primo luogo, avere una gestione dell’emergenza che sia ripartita in modo equo e solidale su tutto il territorio nazionale. Bisogna, poi, avviare un’operazione certosina, verificando in che modo vengono spesi e investiti i soldi dei fondi italiani ed europei dedicati. Si potrebbe anche iniziare a pensare ad una sorta di Daspo per quelle cooperative che si macchiano di fenomeni di corruzione e di mala gestione».
È quanto ha dichiarato Fabio Massimo Castaldo, eurodeputato del MoVimento 5 Stelle, ospite, ieri mattina, della trasmissione ‘Coffee Break’, in onda su LA7.
«Altro aspetto su cui riflettere – ha proseguito Castaldo – riguarda le regole di Dublino III. Il Regolamento che è stato votato in sede europea e recepito dal Governo Letta è assolutamente contrario al buon senso: pone infatti in capo ai Paesi di frontiera, come Italia e Grecia, oneri insostenibili rendendoli di fatto i campi rifugiati d’Europa. Mentre al contrario altri Stati, come Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia si rifiutano di assorbire le quote loro spettanti in base alla ridistribuzione votata qualche mese fa, venendo meno al fondamentale principio di solidarietà che dovrebbe essere il pilastro dell’UE. Il MoVimento 5 Stelle – ha sottolineato l’eurodeputato – è stata la prima forza politica a chiedere, in Parlamento, di rivedere il Regolamento di Dublino, sostenendo la richiesta di implementare il sistema di ripartizione in quote e richiedendo di sanzionare duramente, economicamente e politicamente, quei Paesi che si rifiutano di sobbarcarsi l’onere insieme a noi».