La paura del terrorismo islamico, quello dell’Isis violento che mette bombe nei luoghi affollati e fa strage di vittime innocenti sia tra i cristiani che tra i musulmani, è uno degli argomenti trattati nell’intervista che abbiamo fatto al giornalista Magdi Cristiano Allam, venuto a Pomezia il 19 aprile per presentare il suo ultimo libro “Islam, siamo in guerra”. La presentazione del libro è avvenuta a poche ore di distanza dall’ultimo naufragio, con più di 400 vittime, di migranti che tentavano di arrivare in Italia dalle coste africane e dalle parole di scusa da parte di Papa Francesco nei confronti di tutti i profughi che vorrebbero venire in Europa e che invece vengono bloccati alle varie frontiere dai “muri” che alcuni Stati stanno costruendo. Ma qual è il pensiero di questo giornalista, musulmano fino al 2008, poi convertito al cristianesimo e oggetto di una condanna a morte da Hamas?
Di certo l’editorialista de Il Giornale non la manda a dire e, senza peli sulla lingua, accusa il Governo, a partire da Matteo Renzi, di quanto sta succedendo in Italia: politiche immigratorie sbagliate, che facilitano l’attivo indiscriminato e senza alcun controllo di persone “sconosciute” tra le quali si nascondono sicuramente anche attivisti o simpatizzanti dell’Isis, ma anche di immigrati che preferiscono spendere tra i 3000 e i 5000 euro per un viaggio rischiosissimo che, se fatto in modo regolare, ne costerebbe al massimo la decima parte. “Se venissero con l’aereo – spiega Allam – sapremmo chi sono. Così, invece, sono degli sconosciuti che, non appena mettono piede in Italia, hanno diritto a vitto, alloggio, ricariche per il cellulare, sigarette e qualche soldo per le spese personali, arrivando a ottenere quello che gli italiani, anche se indigenti, non avranno mai dallo Stato. Dietro a tutto ciò ci sono lobby che fanno girare miliardi, come ben hanno fatto capire Buzzi e Carminati di mafia Capitale, i quali hanno affermato che con gli immigrati si guadagna più che con la droga”.
Ma questo, precisa il giornalista di origine tunisina, sta causando l’islamizzazione dell’Italia e dell’Europa. Quindi, secondo lui, è giusta la chiusura delle frontiere. “A sbagliare non sono quelle nazioni che bloccano l’afflusso dei migranti, ma l’Italia che fa entrare tutti. Qualsiasi Stato, per far entrare uno straniero, ne verifica i documenti, si accerta di dove andrà e cosa farà, se ha la possibilità di mantenersi e come. L’Italia no: è l’unico Stato al mondo che ha legalizzato la clandestinità, l’unico che finanzia un’autoinvasione. Si tratta di una follia. L’Italia dovrebbe far entrare solo le persone “regolari” e non agevolare la clandestinità. Se questo fosse uno Stato serio, si dovrebbe condannare per alto tradimento chi ha permesso questo, perché tale atteggiamento ha minato la sicurezza del Paese. Ci sono centinaia di migliaia di persone non identificate che vanno in giro per l’Italia e nessuno sa cosa facciano. Questo avviene solo qui. E se esploderà il razzismo, sarà colpa dei Governi che hanno discriminato gli italiani a vantaggio dei clandestini, a cui concede quello che non viene permesso agli italiani. Chi ha veramente a cuore la vita di queste persone si deve preoccupare di aiutarle a restare e vivere dignitosamente nei loro Paesi. Invece qualcuno sta manovrando in modo che ci sia una sorta di “sostituzione di popolazione”. La bassa natalità e quindi la mancanza di giovani europei viene “colmata” accogliendo giovani islamici, che arrivano qui nel pieno della loro fertilità e che nel giro di pochissimo tempo riusciranno a sostituirsi ai cristiani, mettendoli in minoranza”.
Ma lei crede davvero che siamo in guerra, come titola il suo libro?
“È la stessa frase che ha usato il presidente francese Hollande subito dopo gli attacchi terroristici. Io lo avevo solo anticipato. Credo che dire “siamo in guerra” sia la corretta interpretazione di una realtà di una guerra che è già stata scatenata da un terrorismo autoctono ed endogeno, ovvero con terroristi islamici con cittadinanza europea che agiscono dall’interno dell’Europa”.
Essere islamico vuol dire essere terrorista o è bene fare dei distinguo?
“Bisogna distinguere tra le persone e la religione. Le persone vanno sempre rispettate e valutate sulla base delle loro azioni. L’Islam, come religione, va legittimamente vagliata e approfondita. Si deve poter esprime una posizione, come avviene per le altre religioni. Dalla mia esperienza personale e grazie ai miei studi, sono arrivato alla conclusione che le persone possono essere moderate, ma l’Islam no. I musulmani sono moderati solo quando antepongono la famiglia e l’amore a Maometto e Allah: se non lo fanno, diventano estremisti, perché purtroppo il Corano non è moderato. Un islamico che metta letteralmente in pratica il Corano si sente legittimato a essere estremista e ad arrivare anche a uccidere. Ecco perché siamo in guerra”.
Arianna Azzurra Achille
Nel video l’intervista integrale