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Granchio blu, l’ok della regione Lazio per la pesca a strascico

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Via alla pesca a strascico del granchio blu, che affligge tutta la fauna marina del Paese. In veneto un particolare modo di perscarlo.

Le associazioni dei pescatori e degli imprenditori della pesca hanno già stimato un danno, per il 2023, di oltre cento milioni di euro. Che, peraltro, potrebbe aumentare nei prossimi anni raggiungendo cifre astronomiche. Sono le conseguenze che ha generato il granchio blu presso le nostre cose. Da poco, la specie aliena, ha raggiunto anche Fiumicino. Arrivato con navi mercantili presso il Mediterraneo, l’animale non ha predatori naturali. Solo l’uomo, pescandolo, può limitare i danni di questo particolare crostaceo. Così l’assessore alle Politiche Agricole, alla Caccia e alla Pesca della Regione Lazio, Giancarlo Righini, ha fatto sapere che: “I provvedimenti sull’emergenza granchio blu annunciati dal ministro Lollobrigida vanno nella giusta direzione. In particolare, come Regione Lazio, avevamo proposto e auspicavamo un intervento del Governo presso l’unione Europea finalizzato all’autorizzazione della pesca a strascico entro le tre miglia“.

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Il Ringraziamento al Masaf

L’assessore ringrazia quindi il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste: “Non posso quindi che ringraziare il Masaf per aver fatto propria la nostra richiesta e per aver aumentato i fondi a disposizione delle imprese del settore raccogliendo così Il grido d’allarme che ci arriva ogni giorno dai pescatori che, nel nostro territorio temono in particolare il rischio sopravvivenza di tante nostre eccellenze marine a partire dalla tellina“. Il granchio blu ha trovato terreno fertile per la sua riproduzione in particolare presso le foci dei fiumi. Presso la Sacca di Scardovari, a Porto Tolle in provincia di Rovigo, i pescatori hanno testato un particolare metodo di pesca per il granchio blu. Usano reti con anima in ferro al fine di cercare di arginare il crostaceo. Le reti sono state tirate dai soci del Consorzio Cooperative del Polesine, che conta circa 1500 pescatori, a protezione di alcune porzioni di laguna. Ciò per un totale di circa venti ettari. Questi strumenti sono stati appositamente realizzati da una azienda emiliana in ordine alla protezione del novellame. Le novellame sono le vongole neonate, hanno dimensioni molto limitate e una volta adulte saranno vongole veraci filippine destinate al mercato nazionale ed internazionale. Insomma un modo per difendere le colture.

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