Era l’alba, poco prima delle 5:45, orario in cui gli autobus effettuano la prima corsa nella Capitale. Come tante altre mattine Gianni (nome di fantasia) si trovava al capolinea di via Ortona dei Marsi e aveva messo in moto il bus: mai avrebbe immaginato che quella partenza sarebbe stata così turbolenta.
Poco prima che partisse, delle urla hanno attirato l’attenzione di Gianni: erano riferite proprio a lui. Davanti i suoi occhi c’erano due persone – probabilmente due giovani, secondo la sua testimonianza – con il volto travisato; indossavano la mascherina, un cappello e anche gli occhiali da sole. Gli hanno puntato una pistola contro e gli hanno urlato di sbrigarsi, di consegnarli il borsello che aveva con sé, altrimenti sarebbe finita male.
I conducenti Atac vittime lasciate sole: minacciato sotto pistola, al capolinea deserto
Lì al capolinea di via dei Marsi non c’era nessuno, nessun altro autobus partiva ad eccezione del suo e così, con una pistola puntata contro ha dovuto consegnare tutti i suoi averi. Nel borsello, che i due ladri hanno portato via, c’erano 30 euro e tutti i documenti d’identità, oltre che le chiavi di casa.
I due malviventi, ottenuto “il bottino”, sono scappati via e prima che un malore potesse colpire Gianni è riuscito a lanciare l’allarme. Sul posto sono accorsi i Carabinieri della Stazione San Vittorino Romano che hanno raccolto immediatamente la testimonianza dell’autista vittima del furto.
Questi avvenimenti, in maniera più o meno grave, purtroppo accadono costantemente nella Capitale. Le vittime sono sempre loro: dei lavoratori, presi di mira, solo perché spesso soli e impossibilitati a difendersi