Una tavola rotonda istituzionale per fermare il femminicidio.
In Italia ogni due giorni una donna muore, o meglio viene uccisa (dall’inizio dell’anno si contano 170 vittime). Generalmente, il suo assassino è anche il suo compagno di vita, il suo uomo, il suo amore… e, generalmente, la donna non denuncia. Questa è la chiave di tutto, sembra. Questo è quanto, comunque, è di maggior rilievo per arginare, almeno in parte, il tragico tema della giornata di ieri: il femminicidio. In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donna, tutto il mondo si è mosso e riscosso avverso quella che rappresenta non solo una problematica di genere, ma collettiva. Tutto il mondo, tutta Italia, Aprilia sensibili e partecipi ad urlare “NO” alla violenza sulle donne.
L’evento, organizzato e voluto dal governo di Aprilia, presso la Sala Manzù, è stato ben studiato e non un conferenziere o una parola pronunciata era lì a caso. E’ stato un susseguirsi, per ciascun intervento, di nozioni nuove e sconvolgenti, tra cui il fatto che molti degli uomini-uxoricidi si tolgono la vita, generando così orfani.
La tavola rotonda era composta dal Sindaco, Antonio Terra, dall’assessore ai servizi sociali, Eva Torselli, l’assessore alla Cultura, Francesca Barbaliscia, dal Tenente Colonnello dei Carabinieri, Andrea Mommo, dalla dott. Meloni dell’Asl e dalla dott. Rita Antonelli del Centro Famiglia e Vita di Aprilia. Durante l’alternarsi delle voci degli oratori si è svolto un toccante reading di brani tratti dal libro di Serena Dandini “Ferite a morte”.
L’assessore Torselli, moderatrice dell’evento, nell’aprire l’incontro ha immediatamente spiegato che “il 30% dei motivi di atti di violenza su una donna è dovuta all’indomabile e subdola gelosia; un altro 30% di motivi sono di disagio economico e il rimanente è il non denunciare. Su questo punto tutti sono intervenuti, a partire dallo stesso Sindaco Terra che, nel rammaricarsi della poca presenza e, quindi partecipazione-informazione, cittadina ad un incontro che è rivolto ai cittadini (erano presenti più uomini che donne, altro aspetto rilevante!) ha anche voluto analizzare la violenza che una donna subisce: fisica e psicologica. “Il Comune di Aprilia, insieme alla Asl ha aperto il Punto di Intervento Sociale, chiamato PIS per interventi sociali immediati, anche nel senso di violenza di genere. La Regione Lazio sta sostenendo la campagna anche stanziando fondi per la realizzazione di rifugi. Ma – ha aggiunto – la cosa più importante è la conoscenza del problema, la sensibilizzazione della donna o del vicino di casa, che sente o vede, a denunciare …”.
Questa posizione è stata avallata anche dal Colonnello Mommo del Comando Territoriale di Carabinieri di Aprilia il quale ha posto l’accento più vivo sull’importanza di questo fattore “…infatti il Comando ha un filo diretto con il pronto soccorso della Clinica Città di Aprilia, perchè i sanitari riferiscano casi di violenza sospetta”.
Probabilmente è vero che le casistiche parlano di aumento di un simile crimine, ma è anche vero che i media parlano solo delle donne che non ce l’hanno fatta e mai di quelle che sono “sopravissute”. Probabilmente, porre l’attenzione su queste ultime può incoraggiare le donne a parlare, a denunciare, a confidare.
Marina Cozzo