A Fiumicino l’avvento del pasto da casa nelle mense scolastiche risale al settembre dello scorso anno, quando l’aumento sconsiderato delle tariffe della refezione scolastica da parte del Comune, unitamente ad una qualità del pasto somministrato in mensa sempre più mediocre negli ultimi anni, ha spinto molti genitori ad interessarsi all’opzione “pasto da casa”. Forti della sentenza della Corte d’Appello di Torino del 21/06/2016 (http://www.edscuola.eu/wordpress/?p=78705) circa 100 famiglie hanno provveduto, a tal fine, ad inviare disdette della refezione scolastica alle scuole e, per conoscenza, al Comune di Fiumicino.
A seguito di questa scelta i dirigenti scolastici hanno assunto comportamenti differenti: in una scuola, in particolare, il pasto da casa è stato fin dall’inizio consentito, subordinandolo, tuttavia, alla sottoscrizione di una liberatoria da parte dei genitori interessati che sollevava la scuola da qualsiasi responsabilità in merito alla fruizione del pasto stesso ed eventuali problemi in caso cui altri bambini venissero a contatto con i pasti preparati a casa. I bambini, tuttavia, sono, ad oggi, costretti a consumare il proprio pasto in classe, sul banco dove svolgono per 8 ore attività didattica, mentre i loro compagni sono occupati in altro, in un lasso di tempo evidentemente limitato in quanto concesso soltanto al rientro dei compagni di classe dalla mensa (in cui vengono portati anche I bambini che consumano il loro pasto da casa, i quali sono costretti ad assistere, digiuni, al pranzo degli altri).
Al rientro dalle vacanze natalizie, altresì, la medesima scuola ha consegnato a mano ai bambini interessati una circolare in cui veniva affermato che, a partire dal 9 gennaio, il pasto ammesso sarebbe stato esclusivamente una merenda/snack. Praticamente questi bambini dovrebbero consumare un pacchetto di crackers/grissini seduti al banco dopo le 14. Ma il 3/3/2017 il Miur, in una nota, ha invitato le dirigenze scolastiche a consentire l’accesso ai locali destinati alla refezione scolastica anche ai bambini che usufruiscono del pasto da casa (http://istruzione.umbria.it/news2017/miur/348_pasto_domestico_03-03-2017.pdf).
A seguito di tale documento, alcune famiglie hanno inviato alla scuola una richiesta indirizzata alla Dirigente Scolastica per esortarla ad adeguarsi alle raccomandazioni del Miur ed ad interrompere il perdurare di questa condizione di discriminazione in cui da 7 mesi sono costretti questi bambini nelle ore del pranzo, che dovrebbero, peraltro, far parte del tempo-scuola. La risposta della scuola sarebbe stata che questa decisione non è nella disponibilità della Dirigente in quanto la proprietà dei locali in cui avviene la refezione scolastica sarebbe, secondo la stessa, del Comune. La battaglia è, a Fiumicino, evidentemente, appena iniziata, in quanto i genitori che vogliono far valere questo diritto riconosciuto nelle aule di giustizia adotteranno tutte le misure necessarie affinché i loro piccoli studenti possano consumare il loro pasto insieme agli altri compagni di scuola senza dover subire ulteriori discriminazioni come è avvenuto, finora, in questo anno scolastico.