Un tentativo di truffa ai danni di un’anziana signora di Pomezia. E’ questo quanto accaduto nei giorni scorsi su Via della Motomeccanica, all’altezza del supermercato Lidl. La vittima, una donna sull’ottantina, è stata avvicinata da un uomo di circa cinquant’anni, calvo e dall’accento romano. Il truffatore, alla guida di una macchina, ha accostato la vettura ed ha iniziato a parlare con la donna: “Signora suo figlio ha comprato degli articoli per il Computer ma, dato che non aveva soldi, non ha potuto pagare. Ha chiesto quindi di rivolgerci a lei”.
Di fronte allo stupore della vittima l’uomo ha provato a rincarare la dose: “E’ importante che lei paghi altrimenti suo figlio perderà tutta la merce. E’ urgente”.
Il copione, lo avrete capito, è quello della classica truffa che ha preso il nome, almeno al livello giornalistico, delle parole riportate nel titolo. Il passo successivo, allora, è stato quello della classica telefonata al figlio della vittima.
La vittima non cede: “Quello non è mio figlio”
Il truffatore ha quindi inscenato la chiamata al figlio della donna. “Ciao mamma – ha esordito un complice all’altro capo del telefono – guarda purtroppo non avevo i soldi con me. Quegli articoli però mi servono urgentemente, puoi pagare tu per favore?”.
Oltre mille euro, stando a quanto raccolto, la somma richiesta dalla coppia di malviventi all’anziana. Soldi che la donna ha però dichiarato di non avere, oltre a continuare ad esprimere più di una perplessità sia su quanto stava accadendo ma anche e soprattutto circa l’identità del figlio. La conversazione tuttavia prosegue.
Vittima: “[Nome del figlio] ma sei tu?”
Truffatore-complice (al telefono): “Sì mamma, ho la voce un po’ strana perché sono stato un po’ male in questi giorni e tra l’altro ora sto anche lavorando. Rischio di perdere tutto quanto, puoi darmi i soldi?”
Vittima: “Non ho tutti questi soldi e non ho niente con me”
Truffatore (in macchina): “Può ritirarli al Bancomat, la possiamo accompagnare noi”
Vittima: “Nemmeno in banca ho questa cifra e poi lui non è mio figlio. Lasciatemi in pace”
La coppia dei truffatori, a quel punto, ha deciso allora di desistere dal proprio intento allontanandosi velocemente con la vettura; per la donna, aggiungiamo noi, è stato un bene perché a volte, in questi casi, i truffatori non mollano facilmente la presa arrivando anche a minacce e, nei casi più gravi, a vere e proprie violenze.
In ogni caso, solo in un secondo momento la vittima ha realizzato di essere stata coinvolta in un tentativo di truffa, tanto da accusare un lieve malore. La donna comunque, per dovere di cronaca, ha prontamente chiamato i Carabinieri ed il figlio, quello vero, per raccontare l’accaduto.