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EX LSU, LA DIFESA DELLA FILCAMS CGIL

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Francesca Gentili,  Segretaria Generale della FILCAMS  CGIL ROMA SUD POMEZIA CASTELLI, in riferimento alla vicenda dei lavoratori ex LSU.

“E’ necessario continuare a mantenere alta l’attenzione sulla vertenza che riguarda gli addetti alle pulizie ed ai servizi ausiliari che operano nelle scuole, ovvero i 24.000 lavoratori e soprattutto lavoratrici ex LSU e cosi detti storici operanti in tutta Italia,  di cui  le cui condizioni di lavoro hanno raggiunto un livello insostenibile e di una gravità assoluta. Il cambio appalto intervenuto in data 1 marzo u.s. ha visto la firma di un mancato accordo presso il ministero del lavoro con le ditte subentranti nella gestione del servizio a causa delle loro dichiarazioni rispetto alla volontà di voler eventualmente assumere tutto il personale con riduzioni orarie che nei casi più estremi  si è tradotto in un’offerta di assunzione dalle 35 ore settimanali a 7,5 ore settimanali.

Nonostante la richiesta da parte sindacale di dar seguito all’art. 1 comma 748 della legge del 27/12/2013 n 147 , legge di stabilità che cita: “ entro il 31 gennaio 2014 individua soluzioni normative o amministrative ai problemi occupazionali connessi alla successiva utilizzazione delle suddette convenzioni” e garantire quindi la continuità occupazionale oltre che le condizioni salariali dei lavoratori le aziende hanno scelto di ridurre pesantemente gli orari di lavoro delle addette e degli addetti.

Purtroppo questa situazione ha già determinato gravi ripercussioni anche sociali, e penso ovviamente allo sgombero avvenuto nei confronti delle signore che in un gesto di estrema disperazione,  avevano occupato la scuola Trilussa di Pomezia e che per tutta risposta, anziché attrarre interesse e un’ auspicabile intervento a sostegno delle loro rivendicazioni hanno avuto un’ordinanza da parte del Sindaco che si è tradotta in una gestione assolutamente discutibile della questione, tanto da causare il ricorso alle cure del pronto soccorso da parte di 3 lavoratrici,  e che come Filcams Cgil abbiamo condannato duramente in tutte le sedi. Mi soffermo su questo perché trovo assolutamente incomprensibile ed ingiustificabile il vuoto politico da parte delle Amministrazioni Comunali su questo tema. In questa direzione ci siamo fatti carico come Filcams di scrivere formalmente ai sindaci dei paesi della provincia per informarli, semmai ce ne fosse bisogno e chiedere contestualmente un loro intervento fattivo  considerato che a livello regionale sono presenti in numero consistente, ovvero oltre 4mila addetti in tutte le scuole del Lazio.

Il sindaco di Pomezia  ad esempio, aveva tranquillizzato in una prima fase i lavoratori dicendo che si sarebbe fatto carico del problema, salvo scoprire poi, purtroppo,  che i suoi intendimenti si sono tradotti in quello che ho descritto sopra. Siamo ancora in attesa di ricevere una telefonata, un fax, un telegramma, qualsiasi cenno di riscontro alla nostra lettera di richiesta di incontro del 19 febbraio  a seguito dei gravi accadimenti e nella speranza di poter predisporre un tavolo permanente di  monitoraggio e quindi di sensibilizzazione delle istituzioni preposte su questo dramma.  Non ho parole!!  Sono lontani i tempi in cui un Sindaco si sentiva parte della sua comunità e per dare solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori di un sito o un’azienda interessata da procedure di mobilità e CIG trascorreva ore insieme a quei lavoratori, magari sui tetti, comunque insieme a loro, perché sapeva che il suo posto era là, ed il suo compito era quello di occuparsi dei problemi veri delle persone prima che questi si potessero tramutare  in qualcosa di davvero tragico. Quei tempi sono lontani ma non solo in termini temporali,  sono ahimè proprio lontani dalla morale e dal senso civico e umano di alcune figure istituzionali locali…

 Il sindaco è il primo cittadino ed è quello che deve occuparsi dei problemi che insistono sul proprio territorio e questa vertenza ha un duplice risvolto: da una parte il dramma occupazionale degli addetti e dall’altro il conseguente calo del  livello di igiene e pulizie che ne deriva ed in cui versano gli istituti scolastici del territorio. E’ o no un problema sapere che i nostri figli frequentano scuole le cui condizioni igieniche sono precarie e a dir poco al limite del tollerabile? E questo non per colpa certo degli addetti che loro malgrado, quando hanno provato in alcune situazioni a voler garantire un servizio anche oltre l’orario che gli era stato indicato dalle nuove aziende, si sono viste comunicare una richiesta di allontanamento da parte delle direzioni Scolastiche con la causale che non vi era copertura assicurativa sufficiente. Siamo davvero all’assurdo!

Mi auguro quindi che, essendo una partita tutt’altro che risolta, le mancanze e le responsabilità  unitamente alle competenze che competono alle singole Amministrazioni comunali, possano trovare piena applicazione, anche iniziando ad esempio da convocazione delle parti sociali per la quale ci dichiariamo da subito disponibili , e provando a costruire un percorso congiunto che possa portare ad una soluzione positiva della situazione”.

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