Interessi che arrivavano anche al 76.580,83% l’anno: non è un film di fantasia, ma quanto pretendevano in alcuni casi i componenti della banda arrestata oggi dagli agenti della Polizia di Stato per estorsione aggravata ed usura nei confronti di imprenditori e commercianti. A finire in manette Enrico Casamonica, 38enne, Antonio Casamonica, 41enne, Consilio Casamonica, 58enne, Diego Casamonica, 36enne, Pietro Cristin, 63enne, Giuseppe Grancagnolo, 33enne, Antonio Garofoli, 68enne, e Stefan Ionescu, 37enne. Tutti sono ritenuti essere i vertici ed affiliati al noto clan Casamonica, attivo nella Capitale, con ramificazioni nella provincia di Roma e nei centri di Nettuno, Genzano, Lanuvio e Cerveteri. L’indagine della Squadra Mobile prende avvio dalla denuncia di una vittima che riferiva, nel giugno 2013, di essere perseguitato da minacce telefoniche di morte da parte di una persona presentatasi come appartenente alla famiglia dei Casamonica al quale era stato costretto a versare una somma di denaro per la “protezione”. Le successive attività investigative, anche di natura tecnica, permettevano di confermare la vicenda denunciata dalla vittima e di acclarare che Enrico Casamonica pretendeva anche ingenti somme di denaro da un noto imprenditore commerciale della Capitale, titolare di diverse attività di rivendita di articoli per illuminazione civile ed industriale e di alcuni mobilifici. Gli agenti appuravano anche che anche gli altri componenti della famiglia pretendevano denaro e/o beni “a saldo” di prestiti avvenuti in passato in favore dell’imprenditore che, in pochissimo tempo, veniva coinvolto in un vorticoso giro di prestiti usurari con interessi iperbolici. Veniva poi accertato che i prestiti venivano concessi attraverso la vendita simulata a compiacenti acquirenti segnalati dal clan, di macchine, gioielli, orologi di pregio a fronte del rilascio di effetti cambiari da parte della vittima e, successivamente, riacquistati dal clan con il pretesto di “scalare” il debito pregresso.
I compiacenti acquirenti, dal canto loro, venuti a conoscenza delle difficoltà dell’imprenditore nell’onorare i “prestiti” si proponevano quali “benefattori” concedendo, a loro volta, prestiti usurari di volta in volta rinegoziati.
Il quadro investigativo emerso, confortato anche dalle dichiarazioni rese dalle vittime, è stato di eccezionale importanza poiché ha fornito elementi e fonti di prova nei confronti di numerose persone che dal 2007 ad oggi hanno coinvolto la vittima in una spirale di prestiti usurai che – laddove non “onorati” – determinavano la comminazione di “multe” (ovvero interessi usurai ulteriori a quelli del debito iniziale) applicate alla “rata in scadenza”. Sorprendente anche il ruolo delle donne del clan, Cristina, Virgilia e Francesca Casamonica, le quali per “rientrare” del prestito di denaro fatto all’imprenditore pretendevano dallo stesso lampadari ed oggetti di arredamento che la vittima sottraeva dalla propria attività commerciale.
In tutto questo contesto è emersa anche una compartecipazione del padre di Loreta ed Enrico Casamonica, Consilio detto “Tony Il Meraviglioso” il quale, a fronte della vendita di un anello all’imprenditore, si è fatto restituire nel tempo denaro e oggetti di arredamento per la casa applicando interessi usurai fino al 75826,21% annuale.
La consulenza tecnica disposta dalla Procura della Repubblica sul copioso materiale sequestrato e corroborata dalle dichiarazioni rese dalle vittime ha permesso di acclarare che le somme sottratte dalla contabilità aziendale – per far fronte alle continue richieste di denaro da parte del clan Casamonica – hanno avuto dal 2007 al 2010 un ammontare pari ad € 1.785.300,00.
Enrico Casamonica pretendeva, per la vendita di orologi e macchine, interessi applicati dal 724,26% al 38.347,12% annuale. Antonio Casamonica era invece più “economico”, visto che per la vendita di una macchina aveva applicato interessi annuali al 51,02 %. Molto più esoso Diego Casamonica, che sempre per la vendita di un’autovettura, aveva applicato interessi al 2838,89 % annuo. Variegati gli interessi pretesi da Pietro Cristin per la per compravendita di autovetture: andava dal 43,86% al 1288,29% annuale. Cristina Casamonica, per farsi restituire un prestito in denaro, aveva invece deciso di applicare interessi al 76580,83 % annuale. Giuseppe Grancagnolo e Loreta Casamonica applicavano le stesse tariffe per i loro prestiti in denaro, dal 40,84% al 217,91 % annuale, mentre Antonio Garofoli prestava soldi facendoseli restituire al tasso variabile tra il 65,38% e il 185,09% annuale. Più caro Stefan Ionescu, che per i suoi prestiti pretendeva interessi dal 185,09% al 17033,33%. Ancora peggio si andava con Consilio Casamonica: le sue tariffe per prestito denaro e vendita anelli applicava interessi dal 217,91% al 75826,21%.
Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari in carcere sono state eseguite numerose perquisizioni locali a Roma, Nettuno, Genzano, Lanuvio e Cerveteri, nei confronti degli indagati e nelle sedi legali di aziende riferibili al clan Casamonica, come alla VEGACAR.IT S.r.L. di via Nettunense n° 122, alla C.EDI.R Centro Edilizio Romano S.p.A. con sede legale in Roma in via del Circo Massimo n°9 e sede operativa a Genzano in via Appia Vecchia n° 109, alla IMMOBILIARE Frat.lli CRISTIN S.R.L. , con sede legale a Genzano in via Appia Vecchia n.139 e alla CPRG IMMOBILIARE S.R.L., con sede legale a Velletri in via XXIV Maggio n.14.
Nel corso delle perquisizioni locali sono state sottoposte a sequestro autovetture di pregio, orologi e preziosi per un valore ancora da quantificare.
Estorsione e usura nei confronti di imprenditori e commercianti: i tassi arrivavano al 76.580% annuo
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