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ERBA E STERPAGLIE A NUOVA LAVINIUM: A QUANDO IL TAGLIO?

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Sterpaglie alte più di un metro e mezzo che sovrastano panchine, che coprono marciapiedi ed ostacolano la vista agli incroci. Questa la situazione nel quartiere Nuova Lavinium di Pomezia, esattamente nel Comparto 3, tra via Alcide De Gasperi, via Pietro Nenni e via Palmiro Togliatti. Ma non si tratta solo di un problema di decoro urbano: c’è in gioco anche la sicurezza: Le sterpaglie presenti nel Comparto possono prendere fuoco in ogni momento con problemi alle auto parcheggiate nelle aree di posteggio adiacenti, come fa presente Valter Debbaggis, un residente della zona che più di 20 giorni fa ha inviato una segnalazione all’Ufficio Ambiente del Comune di Pomezia. Ma l’invito a provvedere non ha avuto risposta, nonostante i continui solleciti da parte del cittadino, che ha anche inviato all’Amministrazione comunale ed alla segreteria del sindaco le foto che testimoniano il degrado e la pericolosità delle sterpaglie. “Il degrado – spiega Debbaggis – è generato dal sistematico mancato o non previsto taglio dell’erba e in aggiunta anche dalla presenza serale e notturna di persone che vengono qui a “fumare”, bere e anche altro. Ho sollecitato più volte l’intervento del Comune, ma ad oggi nessuno ha risposto o fatto qualcosa.

Eppure il 9 Agosto il sindaco Fabio Fucci ha emanato una ordinanza, la n° 19, relativa al “mantenimento igienico- sanitario lotti privati e prevenzione incendi….”: tale giusta ordinanza di prevenzione e ingiunzione diretta verso i proprietari delle aree di terreno incolte, a maggior ragione dovrebbe essere rispettata nelle aree pubbliche, quindi di competenza comunale, vista la pericolosità in tema di incendi che si evince dalle foto che ho inviato agli uffici preposti”. Tra l’erba alta si trovano poi rifiuti di vario genere, che non danno al quartiere una bella immagine. “Chiedo solo che l’Amministrazione faccia sentire la sua vicinanza al cittadino almeno rispondendo alle numerose richieste, leggittime, che vengono fatte”, conclude Debbagis. E questa, di richiesta, sembra non solo legittima, ma necessaria.
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