Come sappiamo da qualche tempo sta circolando in Europa uno strano e misterioso caso di epatite acuta. Soggetto prediletto di questa nuova malattia sono i bambini.
Nonostante i numeri siano sotto controllo, sono già 166 i bambini che hanno riscontrato i sintomi dell’epatite acuta: urina scura, feci pallide, prurito alla pelle, ingiallimento degli occhi e della pelle (ittero), dolore muscolare e articolare, temperatura elevata, perdita di appetito e dolore alla pancia.
Ma cosa sappiamo sugli sviluppi in merito alla causa di questi casi di epatite acuta?
Epatite acuta e il legame con il Covid
Nonostante dall’ospedale Bambino Gesù di Roma arrivino notizie incoraggianti, che smentiscono il legame tra epatite e Covid nei bambini, altre fonti, direttamente dall’Inghilterra, affermano che questa non sia un’ipotesi del tutto da scartare.
L’Agenzia per la sicurezza sanitaria nel Regno Unito, infatti, ha inserito tra le probabili cause dell’epatite acuta una nuova variante di Covid. A supportare questa tesi un’analisi di quattro casi tra i vari registrati nel Regno Unito, che hanno dato esito positivo al test per il Covid -19.
Le varie ipotesi
Tra le varie ipotesi passate al vaglio non c’è solamente quella strettamente legata al Covid-19. Gli scienziati inglesi precisano che l’epatite nei bambini potrebbe essere dovuta ad un farmaco o un’esposizione ambientale, oppure a una nuova variante di adenovirus.
Per ora, infatti, l’ipotesi più accreditata sembrerebbe quella riconducibile all’adenovirus: virus che causa sintomi lievi nella maggior parte dei casi. I sintomi più gravi, solitamente, vengono riscontrati nei bambini in cui avviene un’infiammazione del fegato. Questa panoramica ha lasciato dubbiosi moltissimi esperti, i quali hanno notato che a seguito di questa infiammazione molti bambini hanno dovuto subire un trapianto di fegato.
Cosa ne pensa il virologo Palù
A rappresentare l’Italia in questo discorso sulle epatiti acute nei bambini c’è il virologo Giorgio Palù, presidente dell‘Agenzia italiana del farmaco (Aifa) . In una intervista al Corriere della Sera, Palù spiega come si può ritenere del tutto abbandonata l’ipotesi di un collegamento con il vaccino anti Covid-19. Mentre, invece, è da ritenersi valida l’ipotesi dell’adenovirus.
Improbabile che si tratti di strascichi del Covid, spiega Palù: “La sintomatologia non è riconducibile direttamente al Covid anche se il 16% dei casi erano positivi a Sars-CoV-2, una percentuale molto vicina a quella che si riscontra nella popolazione pediatrica considerando che molti bimbi hanno avuto l’infezione in assenza assoluta di sintomi”.
Secondo il virologo italiano dunque, la causa va ricercata in profondità nell’adenovirus: “Su 53 episodi esaminati dall’agenzia britannica, 40 erano positivi all’adenovirus e questo sembra ora il maggiore imputato dato che è un microrganismo noto come causa di infezioni respiratorie e gastroenteriche in bambini e negli adolescenti”.
Le ipotesi sono ancora tutte da confermare ma le “indagini” sembrano essere a buon punto.