ENNESIMO INCENDIO ALLE SALZARE

A fuoco numerosi rifiuti di materiale plastico e gommoso in uno dei terreni facenti parte dei settecento ettari demaniali delle Salzare, all’altezza delle acque basse. Allertati il sindaco Luca Di Fiori, i carabinieri e la polizia municipale. Il denso fumo che si sprigionava dal campo, per un’altezza di circa un centinaio di metri, ha lasciato nell’area un’odore acre che ha reso difficile la respirazione a chi tentava di avvicinarsi all’incendio. Non si sa se ad andare a fuoco sono stati copertoni di automobili – per ricavarne i cerchioni sia in ferro che in alluminio – o la plastica utilizzata per avvolgere i cavi elettrici, che vengono bruciati per ricavarne i fili di rame. La spina nel fianco dell’amministrazione e delle forze dell’ordine  è ancora una volta il territorio dei settecento ettari demaniali, considerata terra di nessuno. Un territorio abbandonato a sé stesso, dove l’abusivismo commerciale ed edilizio è fuori controllo, dove le discariche abusive – anche di materiale tossico come l’amianto o fusti di dubbio contenuto – sorgono “spontanee” ogni giorno. Di fianco ad esse altre discariche, stavolta di calcinacci, sono sparse per il territorio, insieme a depositi di materiali ferrosi, carcasse di auto. Nessun controllo viene fatto ai camion che entrano per depositare rifiuti di ogni genere, mai all’interno sono stati sorpresi i vandali dell’ambiente. Ettari ed ettari di terreno divenuto discarica a cielo aperto, che resta però una zona che tanti cittadini vorrebbero poter vivere in modo civile, in un ambiente pulito, invece di dover avere sempre sotto gli occhi quello che orma sembra un enorme campo rom, dove vivono persone in alloggi di cui non si conosce neppure l’esistenza. Non di rado, infatti, in quella zona – grazie agli interventi dei carabinieri – vengono scovati latitanti, piccole raffinerie e depositi di stupefacenti di vario tipo, depositi di automezzi rubati: insomma, un posto dove non è difficile accendere un fuoco per bruciare gomme di auto, magari rubate poco prima in qualche deposito.

Luigi Centore