Enel, la multinazionale italiana dell’energia, ha rinunciato definitivamente alla conversione a turbogas della centrale di Torre Valdaliga Nord presente nel comune di Civitavecchia.
La comunicazione ufficiale di Enel
L’azienda stessa lo ha messo per iscritto, nero su bianco, in una comunicazione che è arrivata direttamente alla Regione Lazio: l’azienda ha comunicato, nello specifico, di aver interrotto al Ministero della Transizione Ecologica la procedura della Valutazione di Impatto Ambientale nazionale avviata due anni fa.
Obiettivo rinnovabili
E ora? Come si produrrà energia nel polo industriale della zona? Una cosa è certa: non con il carbone, che smetterà di bruciare nel 2025. L’obiettivo è quello di passare alle rinnovabili. Ma oltre alle diverse problematiche del caso, una inizia a farvi realmente spazio: le ripercussioni occupazionali.
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Civitavecchia, un territorio devastato
Certamente la città tutta, le parti sociali e le istituzioni sembrano concordi nell’accogliere con plauso la decisione di Enel. In effetti, la speranza è che si smetta definitivamente di avvelenare un territorio già in parte compromesso dalle emissioni provocate dalla combustione di olio pesante, oltre poi a quelle derivanti dal carbone. Di malattie e morti per problemi respiratori, non se ne può più. Tuttavia, come dicevamo, alle fonti occupazionali non si può assolutamente rinunciare.
Cosa succederà ora?
Ad ogni modo, l’obiettivo indirettamente comunicato da Enel, almeno sulla carta, rimane chiaro: ferma il carbone a partire già dal prossimo 2025 e riconvertire Torre Valdaliga Nord in un polo altamente tecnologico e interamente dedicato a fotovoltaico e batterie di accumulo. La rinuncia non sembra essere totale, però.
La centrale Alessandro Volta
Pare che il turbogas brucerà ancora, poco più di 30 km più a nord: la centrale Alessandro Volta, di fatto, nata per il nucleare ma mai impiegata in tal senso (referendum post Chernobyl del 1987 ) che si trova a Montalto di Castro è in fase di riconversione e potrebbe parzialmente compensare di energia che inevitabilmente si creerà dopo lo stop al carbone.