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EMERGENZA SCUOLA: SOLO A BRINDISI?

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un docente del Liceo Classico B. Pascal di Pomezia in merito al terribile episodio accaduto a Brindisi il 19 Maggio.

“Per chi  opera nella scuola credo sia stato un momento veramente incredibile quello in cui ha  appreso dell’orribile episodio davanti alla scuola professionale di Brindisi.

Da due anni insegno storia e filosofia presso il Liceo Classico statale di Pomezia e davvero passato il momento di inquieta incredulità devo dire che una infinità di pensieri anche contraddittori mi sono venuti in mente, ma uno ha prevalso sugli altri: diceva il grande Kennedy che tre sono le cose impossibili da spiegare: Dio, il riso e l’umana follia. Tutta la sua vita (e la sua morte ) sono stati il tentativo evidente di spiegare questi tre misteri.

Ma ogni essere umano non può esimersi dal fare lo stesso tentativo! Perciò, anche da addetto ai lavori, vorrei dire che ho trovato di una stucchevole insulsa e assolutamente poco commestibile qualità, la melassa dolciastra  propinataci  dai mass media che ha incorniciato una scuola regno di pace, di legalità, di costruzione di un idilliaco mondo nuovo, attaccato da brutti, sporchi e cattivi.

La difficoltà di conciliare questa teoria con la concreta difficoltà in cui si sono trovati gli inquirenti di spiegare l’inspiegabile prendendo in seria considerazione aspetti banalissimi del reale quotidiano anche di quella stessa Istituzione frequentata dalla povera Melissa (precari arrabbiati, fornitori non pagati, genitori esasperati) ha fatto rapidamente giustizia di tante belle favole. E finalmente l’impossibilità di attribuire alla “umana troppo umana” (per dirla con Nietzsche) mafia, l’orrore ci costringe, se non vogliamo ricorrere ai Servizi Segreti  o agli extraterrestri (ma confesso che tra le due ipotesi trovo meno inverosimile la prima), a pensare e pensarci anche noi in quell’orrore, in quella esplosione avvolgente e terribile (a detta dei testimoni ), in quel silenzio di morte che succede al bagliore (sempre a detta dei testimoni), per prendere in considerazione solo per un momento ma in maniera decisa anche l’ipotesi che quella assurda esplosione – che ha fatto scempio di tanti corpi e tante anime, preparata dallo scempio misterioso, terribile e assurdo di un’altra anima – sia in continuità (come una reazione nucleare incontrollata lo è con una reazione nucleare controllata) con quella violenza quotidiana, subdola, meccanica, disumana perché troppo umana, che dalla bestialità prende solo la gratuità prevedibile e scontata a cui si è ridotta  la scuola cosiddetta “Superiore” (ma ci si è veramente ridotta  o ci è nata?)

PASQUALINO DEL GROSSO – docente di STORIA  e FILOSOFIA LICEO CLASSICO STATALE POMEZIA”

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