Contestazione in piena regola, quella avvenuta in Regione Lazio per rivendicare le tematiche dell’emergenza casa all’interno del nostro territorio regionale. Diversi inquilini delle case popolare, sostenuti da attivisti vicini all’estrema sinistra romana, hanno contestato duramente il governatore Francesco Rocca, arrivando a urlare insulti e mettere in piedi scene violente e di pura prepotenza.
La contestazione sull’emergenza casa in Regione Lazio
Se su Roma, come sul resto del territorio laziale, c’è la necessità di cominciare a parlare di case popolari, il confronto tra inquilini – e quindi cittadini – e istituzioni non dovrebbe mai mancare. Specie poi con un’Amministrazione nuova, dove il presidente Francesco Rocca eredita una situazione tragica dal precessore Nicola Zingaretti, che si fregiava di spot elettorali sulla questione come nel caso del famoso “Serpentone” di Corviale.
Ecco perchè, in uno scenario violento creato dagli attivisti intervenuti in Regione Lazio, il presidente Francesco Rocca è stato costretto a chiedere l’ausilio delle forze dell’ordine. Chi stava montando la protesta, infatti, si era negato al costruttivo dialogo con le istituzioni, per far invece spazio a una linea d’azione violenta e che ben nulla di utile poteva costruire.
Rocca: “Nessuno spazio per violenza come metodo politico”
Un lungo post su Instagram, quello del governatore Rocca, per spiegare l’incresciosa vicenda avvenuta nei locali regionali: “L’occupazione della sede della Regione di stamattina mi mette molta amarezza perché si usano violenza e prepotenza come metodo politico. Questo non è compatibile con la necessità di avviare un dialogo su una situazione, come quella della casa, che è oggettivamente un problema a Roma e nel Lazio.
Prosegue il Presidente della Regione Lazio: “Abbiamo ereditato anni di mancati investimenti, di tolleranza alle prepotenze e alle occupazioni abusive a danno delle graduatorie e di chi aveva diritto. Finalmente stiamo lavorando per ripristinare la legalità, sgomberando le case Ater occupate abusivamente. Credo che chiunque abbia a cuore la democrazia debba salvaguardare il principio delle graduatorie e vigilare in maniera corretta su quello che è il diritto alla casa, soprattutto per le famiglie più fragili. Zero spazio al dialogo con i violenti“.