Spesso chi osserva superficialmente un educatore gentile al lavoro vede una persona, un cane e tanti bocconcini.
Ecco quindi che questo approccio educativo è stato ribattezzato, dai suoi detrattori e dagli inesperti in materia, come il “metodo del bocconcino”.
Questa però è solo parte della storia, la parte visibile. Se bastasse elargire bocconi per addestrare i cani, ogni proprietario potrebbe educare il proprio cane anche senza averne le capacità e gli educatori cinofili non esisterebbero.
La realtà è ben diversa!
Il metodo gentile nell’educazione del cucciolo
Sicuramente utilizzare il cibo per premiare i comportamenti graditi è parte del metodo, ma non è il metodo gentile.
Oggi la nomenclatura “gentile” viene davvero abusata. Non è infatti raro osservare educatori (gentili a loro dire) strattonare i cani, manipolarli, tirarli con il guinzaglio, rimproverarli, con l’unico scopo di indurre il cane ad esibire il comportamento richiesto ignorando completamente il suo stato emotivo. Tutto ciò non ha niente a che fare con il metodo gentile!
Applicare il metodo gentile significa conoscere il cane e soddisfare le sue esigenze fisiche, mentali e sociali.
Molto spesso le persone hanno una conoscenza estremamente superficiale del cane come specie e ne ignorano le esigenze.
Questo però non può che contribuire a creare notevoli problemi di convivenza tra voi e il vostro amico.
Non è possibile infatti pretendere che il cane si adegui perfettamente al vostro stile di vita se non gli garantite ciò di cui necessita.
Oltre a cibo, cure veterinarie, riparo e protezione, i cani hanno bisogno di sentirsi parte di un branco sociale e avere delle mansioni.
Sentirsi parte di un gruppo sociale con ruoli precisi
In molte realtà il cane è ancora considerato alla stregua di un animale da cortile e trascorre le giornate tristemente isolato in un giardino.
Questo significa non riconoscergli un ruolo sociale, un’appartenenza di gruppo che lo faccia sentire parte attiva della famiglia e non un accessorio da giardino.
Il suo posto non è fuori da solo, ma con voi. Saranno le esperienze condivise nella quotidianità a permettergli di acquisire le abitudini e i ritmi necessari per vivere serenamente insieme.
Sfruttare le attitudini: svolgere attività fisica e mentale
I cani hanno bisogno di fare movimento adeguato alla loro età e alla razza, di esplorare l’ambiente e di sviluppare le capacità cognitive.
Non è sufficiente quindi uscire solo per la passeggiata igienica. Scarsa (o eccessiva) stimolazione fisica e mentale può avere effetti deleteri sulla salute e sul comportamento.
Capobranco: essere una base sicura per il cucciolo
Per costruire una relazione serena con il vostro cane dovete essere la sua guida, il suo punto di riferimento.
Essere una base sicura significa accompagnare il cane alla scoperta del mondo, favorire esperienze che lo aiutino ad accrescere sicurezza e autostima, tutelandolo da situazioni che non sarebbe in grado di affrontare.
Sviluppare fiducia ed empatia è fondamentale affinché il vostro cane sia in grado di affidarsi a voi e seguire le vostre indicazioni.
Ma non può esserci fiducia se ad es. il vostro cane ha paura di qualcosa e lo costringete ad avvicinarsi alla fonte del suo disagio.
Non può esserci fiducia se non ama essere accarezzato dagli estranei e lo obbligate al contatto quando è al guinzaglio e non può scegliere se allontanarsi.
Comunicare in modo efficace
Conoscere il linguaggio del cane ed essere in grado di comunicare efficacemente con lui è uno degli elementi essenziali per stabilire un dialogo proficuo ed evitare incomprensioni che creerebbero inevitabilmente dei conflitti relazionali.
Sapete ad es. che camminare frontali e diretti verso un cane può essere interpretato come un segnale di minaccia ed inibire cani molto sensibili o provocare una reazione aggressiva?
Conoscete i segnali calmanti e il loro significato nella comunicazione sociale? Sapete utilizzare la postura e il movimento del corpo per calmare il vostro cane senza inibirlo?
Riuscite ad identificare i segnali di minaccia, di amicizia, di stress etc.?
Convincere non costringere
L’uso della forza e dell’intimidazione non solo è eticamente discutibile ma non è di alcuna utilità nell’educazione e nell’addestramento.
Crea paura, stress e inibisce l’iniziativa del cane. Non può contribuire quindi a costruire un rapporto con il vostro quattro zampe basato sulla fiducia e il rispetto. Ricordatevi che il rispetto si guadagna, non si impone.
Rifiutiamo quindi strattoni (e strattoncini), percosse, sgridate etc. Non ne abbiamo bisogno.
Fonte : https://www.montevento.net