Rapine a mano armata, maltrattamenti in famiglia, dipendenza da alcol e uso di droga. Una vera e propria vita criminale quella condotta da un 27enne originario di Sezze, in provincia di Latina. Ecco perché il Tribunale di Roma ha stabilito la sorveglianza speciale, con il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle vittime.
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Dal 2019 a oggi: 4 anni di vita spericolata
Il Tribunale di Roma, Sezione Specializzata Misure di Prevenzione, su proposta del Questore di Latina, ha emesso la misura della sorveglianza speciale nei confronti di un ragazzo originario di Sezze Romano. L’uomo, classe 1996, è attualmente detenuto presso il carcere di Rebibbia. Già dal 2019 il ragazzo si era reso protagonista di diversi reati, tra cui maltrattamenti in famiglia nei confronti della madre, del fratello e della ex compagna. Due anni dopo, a dicembre 2021, era stato arrestato per maltrattamenti in famiglia nei confronti della madre e sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Ma anche mentre stava scontando la pena, il 27enne ha dato in escandescenza. A ottobre 2022, armato di pistola e con volto coperto, si era reso responsabile di una rapina presso un esercizio commerciale a Sezze. Per questo motivo era stato arrestato per rapina aggravata, evasione e resistenza a pubblico ufficiale. Il Questore di Latina, nella proposta di applicazione della misura, ne aveva delineato il quadro della pericolosità sociale e della sua attualità, in considerazione del perdurare del comportamento antisociale tenuto negli anni dall’uomo.
Droga, alcol e maltrattamenti: disposta la sorveglianza speciale
E non è finita qui. Il ragazzo continua a fare uso di alcool e di sostanze stupefacenti, oltre a manifestare evidenti segnali di pericolosità sociale. Per questo motivo, il Tribunale di Roma – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione ha applicato all’uomo la misura di prevenzione della sorveglianza speciale. La durata di tale misura è pari a due anni, con obbligo di dimora nel Comune di Sezze e con divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle vittime.
