“Sono nata dove la pioggia, porta ancora il profumo dell’ebano. Una terra dove il cemento ancora non strangola il sole“. Così cantavano i Modena City Ramblers ormai molti anni fa. La band modenese voleva immortalare gli enormi sacrifici dei migranti, in particolare delle donne africane, per raggiungere l’Italia e l’Europa. Pensava che il peggio fosse passato, la donna nigeriana di 31 anni, al nono mese di gravidanza, trovata morta ieri sera a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria.
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Il corpo senza vita della donna. Morto anche il feto
La scoperta scioccante l’ha fatta suo marito, anch’egli di nazionalità nigeriana. La 31enne è stata trovata senza vita presso la sua abitazione, inerme, al ritorno a casa dell’uomo. Che ha fatto di tutto per cercare di rianimarla e alla fine è corso all’ospedale di Polistena. Stava per partorire il loro primo figlio, infatti la donna era ormai al nono mese di gravidanza. Ma non c’è stato nulla da fare per madre e figlio. I medici calabresi non hanno potuto fare altro che constatare il decesso di entrambi. Dall’esame esterno del cadavere non sono emersi segni di violenza. Nel frattempo la Procura della Repubblica di Palmi ha aperto un fascicolo sul caso disponendo contestualmente l’autopsia. Le indagini sono state delegate ai carabinieri.
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A Roma un uomo ha vegliato per 5 giorni sul cadavere della moglie
Recentemente a Roma, un altro uomo ha scoperto dopo cinque giorni il decesso della moglie presso il loro appartamento nel quartiere Testaccio. Il sessantenne, affetto da demenza senile, per cinque lunghi giorni ha vegliato sul corpo senza vita della moglie, apparentemente morta per cause naturali. Ad allertare le forze dell’ordine è stato lui stesso. Nessun segno di colluttazione è stato rilevano nell’appartamento, né sul corpo della donna. Anche i vicini non hanno sentito alcun rumore sospetto provenire dall’appartamento.