Era la notte del 30 agosto scorso quando un detenuto presso la Casa Circondariale di Frosinone si è ucciso. Un trentacinquenne, detenuto per rapina in attesa di giudizio, si è senza dubbio tolto la vita ma la Procura del capoluogo ciociaro ha aperto un fascicolo per accertare elementi in ordine ai soccorsi. Si indaga per capire se si è fatto tutto ciò che si poteva fare per salvarlo.
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Forse non poteva stare in cella da solo
Aperto un fascicolo sulla morte del trentacinquenne di Ceccano. Si è ucciso nella sua cella e si cerca di capire se ci possano essere delle responsabilità a carico di qualcuno; si poteva fare di più? A dare l’allarme il vicino di cella che ha chiamato subito gli agenti della Penitenziaria. L’uomo, in attesa di giudizio per rapina, forse non poteva restare in cella da solo. Sul caso indaga la Polizia Giudiziaria incaricata dalla Procura. Gli agenti hanno acquisito documenti, testimonianze e altri elementi da analizzare. Inoltre sono state visionate le immagini delle telecamere di videosorveglianza del carcere. Il 35enne aveva manifestato diverse volte problemi psichiatrici, infatti era in curo presso il Servizio Prevenzione Diagnosi e Cura della Asl. Anche presso il carcere era seguito da specialisti. Il dubbio da dipanare è imperniato sul fatto che forse non era il caso di lasciarlo solo in cella. E se si potesse fare di meglio per salvarlo. La sorella, per questi motivi, ha presentato un esposto. Trovato agonizzante in terra, un’ambulanza ha raggiunto subito il carcere per portare l’uomo presso l’ospedale Spaziani. Era stato chiesto anche l’elisoccorso, ma il mezzo non ha potuto decollare a causa del maltempo. L’uomo ha perso la vita poco dopo aver raggiunto il nosocomio. I funerali si sono svolti ieri a Ceccano.