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DEMOLIZIONI, AVANTI TUTTA

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L’Amministrazione di Ardea sempre più determinata contro le costruzioni abusive. In questi giorni il “piano demolizioni” è sui tavoli della Regione Lazio, dalla quale il Comune rutulo spera di ottenere i necessari finanziamenti. Il cronoprogramma sottoposto alla Regione riguarda 70 demolizioni eseguibili, da effettuare su varie zone del territorio: fascia costiera, area ex Sforza Cesarini, territori periferici e urbani. “L’Amministrazione è fortemente determinata nella ricerca di finanziamenti e risorse per demolire tre palazzine insistenti su vincoli archeologici note come “Lido delle Salzare”  – comunicano da via Garibaldi – E’ stata informata anche la Prefettura di Roma affinché possa essere valutata l’opportunità, in carenza di finanziamenti, di mobilitare la struttura tecnico-operativa del Ministero della Difesa d’intesa con il Ministero dei Lavori Pubblici. E’ stata anche preannunciata al Prefetto la richiesta di forza pubblica per poter intervenire nelle zone più a rischio dal punto di vista dell’ordine pubblico. A tutto questo programma va aggiunta la forte determinazione di continuare la bonifica dal cemento sul Lungomare degli Ardeatini. Su tale area insistono numerosi ricorsi al TAR con udienze già fissate per i primi giorni di ottobre che, si auspica, confermeranno l’orientamento già espresso dalla giustizia amministrativa”. Nei giorni scorsi sono state emesse le prime due sentenze di merito riguardanti ordinanze di ingiunzione alla demolizione emesse dal Comune di Ardea in danno di opere realizzate in quel tratto di litorale. Il TAR si è espresso a favore del Comune rigettando l’istanza dei privati in quanto “l’abuso edilizio costituisce un illecito permanente e sul caso in esame sussiste l’interesse generale di salvaguardare l’arenile e il lungomare vincolati sotto il profilo paesistico”. “E’ evidente –  proseguono dal Comune – che anche queste sentenze incoraggiano la Pubblica Amministrazione a proseguire con sicurezza alla riqualificazione del territorio reprimendo abusi che hanno impedito per decenni ai cittadini di fruire di luoghi e paesaggi di pregio”.

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