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Degrado, incuria e indifferenza da parte del Municipio. Torre Spaccata chiede la ‘secessione’.

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Il cdq Torre Spaccata promuove una petizione per chiedere l’accorpamento con il VII Municipio: “Da troppo tempo subiamo l’indifferenza del VI Municipio. Vogliamo cambiare interlocutori”.

 

Il ritornello è sempre lo stesso: degrado, prostituzione, strade pericolose, aree verdi non manutenute e vere e proprie discariche a cielo aperto. La somma dell’inciviltà della popolazione e dell’inadempienza di Campidoglio e VI Municipio è da anni evidente nel quartiere i Torre Spaccata.

Ma da anni il comitato di quartiere locale presieduto da Daniele Eleuteri lotta per far sentire la voce dei cittadini di questo quadrante, il più delle volte inascoltata. Ciò è evidente a chi è costretto quotidianamente a passare in viale dei Romanisti; qui, se non si fa attenzione, è possibile incappare in una serie di sfortunati eventi determinati dalle radici delle alberature che creano enormi dossi sul manto stradale, ad esempio.

E allora, stufi di rimanere ignorati dalle istituzioni, i cittadini di Torre Spaccata questa volta arrivano a chiedere la secessione. O meglio il distacco dal Municipio VI e l’accorpamento al Municipio VII mediante una petizione sottoscrivibile in diversi punti commerciali del quartiere. Le motivazioni a suffragio di queste richieste si leggono nella petizione e si riassumono in una generale “esagerata estensione del VI Municipio” che genera a sua volta ulteriori criticità come: “la distanza e la conseguente difficoltà a raggiungere i servizi erogati dallo stesso, in quanto la sede del Municipio VI (viale Duilio Cambellotti 11) dista da Torre Spaccata 7,5 km ed è raggiungibile coi mezzi pubblici in 40 mn“, mentre la sede del Municipio VII “dista 3,5 km ed è raggiungibile in 15 mn“.
Ai punti di cui sopra si aggiungerebbe secondo il cdq: “una storia, un tessuto sociale e una conformazione urbanistica che contraddistingue Torre Spaccata da tutto il resto del VI Municipio“, e che per questo avrebbe subito “una pluridecennale indifferenza da parte delle istituzioni“.

Tutta la questione sa di provocazione, come ammesso dallo stesso Bruno di Venuta del cdq Torre Spaccata, ma i residenti fanno sul serio: “Sì è una provocazione bella e buona, ma non ci dispiacerebbe affatto cambiare interlocutori, dato che presso il VI Municipio rimaniamo da troppo tempo illusi ed inascoltati“, dice lo storico attivista, aggiungendo che: “Cosa dobbiamo fare per farci sentire? Ora ci giochiamo anche questa carta“.

E nonostante la particolarità della richiesta lo Statuto di Roma Capitale permette una vertenza popolare come questa previo: “una raccolta di non meno di cinquemila sottoscrizioni raccolte nei tre mesi precedenti al deposito” come si legge al comma 2 dell’art. 8.

Non ne sapevo nulla, ma è ovvia la provocazione in essere” dice Valter Mastrangeli, consigliere di Forza Italia presso il VI, mentre Fabrizio Compagnone, consigliere in quota PD, ne era al corrente: “Sapevo della raccolta firme. Si tratta dell’ennesima conseguenza dell’incapacità di governare da parte di questa giunta. Non mi stupisco affatto“.

Capiremo dopo il 30 maggio, quindi, come Campidoglio e VI Municipio gestiranno la questione e se i cittadini di Torre Spaccata riusciranno finalmente ad essere ascoltati.

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