Carlo Verdone commenta la situazione di degrado in cui versa Roma: “La Città Eterna è diventata un grande bagno a cielo aperto”
Carlo Verdone bacchetta il sindaco Roberto Gualtieri. Non lo fa direttamente, ma commentando l’attuale decoro presente nella Città Eterna. Il regista e attore romano, che sceglie puntualmente la Capitale per raccontare le proprie storie cinematografiche, si pone ad attento osservatore della città e si limita a raccontare quello che puntualmente vede ogni sera fuori dalla propria finestra di casa: un’immensa città che sta morendo sotto i colpi del degrado.
Carlo Verdone parla del degrado dilagante a Roma
L’attore romano viene intervistato da La Repubblica, questa volta per non parlare di cinema. Al contrario interviene sullo stato di Roma, l’incantevole città che solitamente immortala con scatti fotografici da togliere il fiato e poi mostra sui propri canali social. La Città Eterna, però, non è solamente l’atmosfera speciale del Gianicolo.
Verdone racconta di una città allo sbando, come la vede ogni venerdì e sabato notte dal proprio balcone di casa. Davanti ai giardini pubblici di casa sua, ogni sera vede cittadini nascondersi dietro i cespugli o gli alberi per fare i propri bisogni fisiologici. Tutto sotto gli occhi dei residenti, che ovviamente ribattezzano quegli spazi come le “latrine pubbliche” gestite da Roma Capitale.
Il problema della mancanza di decoro nella Città Eterna: le parole del regista romano
Secondo Carlo Verdone, i problemi per il decoro sono molteplici. L’assenza anzitutto di bagni pubblici: puliti, facili da fruire e poco costosi. A Roma sono pochissimi, in un problema che costringe le persone a “evacuare” dietro le siepi. Un fenomeno già presente coi turisti, destinato a ingigantirsi con la presenza dei pellegrini per il Giubileo.
Una città in balia del degrado, che si fa trovare sporca anche agli occhi dei turisti. Proprio gli ospiti, vedendola mal gestita, se ne approfittano per sporcarla ulteriormente: lasciano per strada le bottiglie di birra, le cartacce, evacuano i propri bisogni in strada o imbrattano i muri. Sono i romani, paradossalmente, a dare il cattivo esempio con una classe politica latitante.