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CRACK DI MARIO, LE NUOVE ACCUSE DEI DIPENDENTI

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L’attenzione degli ex lavoratori della DIMA Costruzioni su tutte le vicende che riguardano le società legate all’imprenditore Raffaele Di Mario non si allenta. “La depredazione dei beni della DIMA si sta puntualmente verificando, come stiamo ormai denunciando da mesi – scrivono i dipendenti in cassa integrazione attraverso il blog appositamente aperto su internet – Nei giorni scorsi è stato “aggiudicato” mediante una vendita all’asta molto poco trasparente il complesso alberghiero Hotel Hilton Villa Cicogna , in San Lazzaro di Savena (Bologna), già appartenente alla fallita società Dimatour Spa”.
“Il depauperamento dei beni della ex DIMA sta continuando a tutto danno dei fornitori e dipendenti del Gruppo dell’imprenditore  molisano – prosegue la nota – Le numerose anomalie dell’asta di aggiudicazione dell’albergo di San Lazzaro di Savena sono state oggetto di un ulteriore esposto/denuncia inoltrato alla Procura di Perugia dall’avv. Alberto Veccia, che sta conducendo una articolata “class action” in difesa degli ex-fornitori del Gruppo, che ha già avuto pronto riscontro dalle Procura di Roma e Perugia, risultando anche in perquisizioni domiciliari di un alto magistrato romano e in lunghi interrogatori di dirigenti e amministratori di nomina bancaria del Gruppo DIMA. L’azione dell’avv. Veccia sulla vendita di Villa Cicogna denuncia gravi anomalie della procedura di aggiudicazione, oltre alla singolare celerità (in soli due mesi!) con la quale essa è stata iniziata e conclusa dal curatore e dagli altri organi del fallimento Dimatour”. Sul blog si fa riferimento a presunti illeciti in fase d’asta.

“Il complesso alberghiero – scrivono gli ex dipendenti – sarebbe stato aggiudicato per un prezzo d’asta di gran lunga inferiore al reale valore di mercato dello stesso ed in favore di una tal società Ambra Property , che a sua volta sarebbe partecipata al 100% dalla Banca UGF. Vale a dire che proprio una delle banche principali responsabili dell’aver indotto la DIMA al crack finanziario oggi si avvantaggerebbe in modo palese del fallimento del Gruppo, andando a depredare  i “gioielli di famiglia” per poco o niente”.

“Eh sì, niente – aggiungono sconsolati – perché la Ambra Property non ha versato nulla nelle casse del Fallimento, in quanto  il prezzo di aggiudicazione (guarda caso) è stato precisamente pari all’importo vantato come credito privilegiato dalla UGF Banca nei confronti della procedura. E così i fornitori e dipendenti sono stati di gabbati, perché il curatore non avrà alcuna somma da incassare dalla vendita e con la quale pagare i più deboli. Eppure un’altra società, non legate alle Banche,  aveva già visto aggiudicarsi il bene, salvo poi essere “consigliata” a rinunciare da un prestigioso studio legale romano, notoriamente difensore proprio della UGF Banca. L’esposto presentato nei giorni scorsi alla Procura di Perugia relaziona dettagliatamente anche questa vera e propria “turbativa d’asta” , unitamente anche ad una altra singolarissima vicenda, che vede coinvolta la cancelleria della sezione fallimentare del Tribunale di Roma. Qui è stata presentata un’istanza di sospensione dell’aggiudicazione dell’albergo Hilton Villa Cicogna al Giudice delegato al fallimento, denunciando le anomalie  avvenute nel corso della procedura”.

“Incredibilmente – concludono sul blog – la cancelleria fallimentare, nonostante l’obbligo di legge in tal senso, non avrebbe inoltrato al Giudice l’istanza in tempo utile per impedire il perfezionamento della vendita davanti al notaio, avvantaggiando la fiduciaria Ambra Property. L’ultimo atto della vicenda sembra che possa essere una futura nuova vendita, sempre a prezzi irrisori, del complesso di Villa Cicogna ad un gruppo imprenditoriale “amico degli amici”, così chiudendo il cerchio della truffa a danno dei dipendenti e fornitori della DIMA, che si sono visti “scippare” un importante valore della massa dei beni fallimentari, che secondo la legge dovrebbe invece  garantire proprio le parti più deboli”.

E a questo si aggiunge, proprio oggi, lo sciopero dei dipendenti di Raetia S.p.A., società milanese di gestione del risparmio del gruppo Cassa di Risparmio di Bolzano (Sparkasse), posta in liquidazione a fine marzo e titolare del fondo che gestisce i mutui degli acquirenti delle abitazioni in costruzione al Parco della Minerva.

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