La Cina prosegue imperterrita nel raggiungimento del “contagio zero” e lo fa imponendo ancora una volta il lockdown.
In Cina torna il lockdown
Il governo cinese ha “chiuso” di nuovo tutto per contenere gli ultimi contagi da Civid 19, andando a bloccare città industriali come Shenzhen, Guangzhou, Dalian, Chengdu e Shijiazhuang.
A Dalian, nel Liaoning, il blocco ha colpito circa la metà dei suoi 6 milioni di residenti per una durata di 5 giorni. A Shenzhen, nel Guangdong, almeno 4 distretti con circa 9 milioni di residenti sono stati interessati dal lockdown.
A Guangzhou, capoluogo del Guangdong vicino a Hong Kong, sono stati rilevati martedì 5 contagi locali che hanno indotto a chiudere il distretto fino a sabato. E sempre a Guangzhou, la ripresa delle scuole è stata rinviata e quelle già iniziate sono state stoppate.
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Le “chiusure” frenano l’economia cinese
Resta un problema della politica perseguita dal presidente Xi Jinping, la politica della tolleranza zero frena l’economia.
Sono 41 le città “ferme” a causa del lockdown. Si tratta del 32 per cento del Pil cinese.
Pechino è rimasta relativamente calma, anche se i viaggi in entrata e in uscita dalla capitale sono stati scoraggiati e i residenti sono sottoposti a test quasi quotidianamente in vista anche del XX Congresso del partito comunista previsto per il prossimo 16 ottobre.
Lunedì, l’Anbound Research Center, un think tank cinese, ha sostenuto che la chiusura anti-Covid ha causato una serie di blocchi all’economia e ha invitato il governo a valutare la crescita economica. “Prevenire il rischio di stallo economico dovrebbe essere il compito prioritario”, ha rimarcato il thinktank’