Nel nuovo monitoraggio di Fondazione Gimbe, i contagi da Covid tornano a crescere del 15%, mentre i ricoveri in terapia intensiva salgono del 21,7% e quelli ordinari del 8,8%. Le nuove varianti cercano di scalzare la dominante Omicron 5.
I dati che mostrano l’aumento di casi Covid in Italia
Chiamiamola ottava ondata, o come dice il virologo Fabrizio Pregliasco, semplicemente “onda”, perché, si presume, ridotta nell’intensità e nella portata. Ma l’impennata di contagi Covid registrata da Fondazione Gimbe nella settimana 11-17 novembre 2022, rispecchia in piano le previsioni degli esperti, che da settimane si confrontano sulla curva in ascesa d’autunno. In Italia i nuovi positivi, nell’arco di sette giorni sono cresciuti del 15%, schizzati in su insieme ai ricoveri: +21,7% in Terapia intensiva e +9,8% in cura con sintomi.
Tutto ciò mentre le nuove varianti Cerberus e Gryphon stanno galoppando velocemente e puntano a sorpassare Omicron 5, ancora prevalente. La prima ora è 30.7%, mentre in Usa è già responsabile della metà dei contagi. La seconda ha una prevalenza del 2,4%, ma è la più temuta perché si sta mostrando fulminea nell’evadere la risposta immunitaria.
Le preoccupazioni dei medici
Quest’ultima impennata di nuovi casi Covid, anche se è prevista, preoccupa. Lo lascia intendere Nino Cartabellotta, presidente di Fondazione Gimbe. Che premette: “Sul fronte dei contagi si registra un aumento del 15%: dai 181 mila della settimana precedente (4-10 novembre) salgono a quota 208 mila, con una media mobile a sette giorni che sfiora i 30 mila casi al giorno”.
L’aumento dei nuovi casi si registra in 15 Regioni italiane (dall’1,5% del Friuli Venezia-Giulia al 26,3% del Veneto), mentre in sei si registra un calo (dal -1% dell’Umbria al -10,4% della Basilicata). Passando alle province, in 82 i nuovi positivi sono cresciuti (dal +0,1% di Messina al +55,3% di Lodi), mentre in 25 diminuiscono (dal -0,8% di Catania e Perugia al -25,3% di Sondrio). Per la precisione, l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 9 Province: Rovigo (899), Padova (724), Venezia (661), Treviso (613), Vicenza (588), Ferrara (580), Mantova (530), Lodi (529) e Verona (504) (tabella 2).
Diminuiscono le vaccinazioni e aumentano i casi in ospedale
Attualmente gli italiani senza una dose di vaccino sono 6,8 milioni. Anche se, visto il rialzo dei contagi, almeno in teoria, le vaccinazioni dovrebbero correre di pari passo con le quarte dosi. Ma così non è. Perché al 18 novembre scorso ne sono state somministrate 4.783.386, con una media di 26.704 al giorno, in calo rispetto alle 30.319 della settimana precedente l’11-17 novembre (-11,9%) e con una copertura nazionale del 25% (dall’11,4% della Calabria al 37,7% del Piemonte).
Inoltre, va considerato che la platea per il secondo richiamo è di 19,1milioni di persone di cui 12,6 possono riceverlo subito, 1,7 non sono eleggibili nell’immediato perché guarite da meno di 120 giorni e 4,8 l’hanno già ricevuto. Veniamo ai ricoveri. Anche in questo caso non c’è da star sereni. Perché tornano a salire sia le Terapie intensive (+21,7%) che i ricoveri in area medica (+9,8%). I posti letto Covid occupati in area critica, dal minimo di 203 il 10 novembre, sono saliti a 247 il 17 novembre.
In area medica, dopo i 6.347 l’11 novembre, sono lievitati a 6.981 il 17 novembre. “Con la circolazione virale in aumento ci si attende dal governo un piano per l’inverno – sottolinea Cartabellotta -. Anche se al momento è impossibile fare previsioni sugli scenari futuri, i dati confermano una diffusa ripresa della circolazione del virus Covid, peraltro sottostimata per il largo utilizzo diffuso di tamponi “fai da te”, di cui si intravede già un impatto iniziale sui ricoveri in area medica e in Terapia intensiva; al tempo stesso assistiamo ad un calo delle somministrazioni delle quarte dosi per anziani e fragili”.
L’avanzata di Cerberus e Gryphon
Se i numeri preoccupano, le nuove varianti Cerberus e Griphon fanno paura. La loro è un’avanzata veloce e inesorabile, con l’obiettivo di sorpassare Omicron 5, e diventare dominanti. In particolare, a crescere è BQ.1, nota come Cerberus, che è stata rilevata in un terzo del totale dei campioni sequenziati, ossia 1.490 (30.7%), mentre in Usa è già responsabile della metà dei contagi. In salita è anche XBB, denominata Gryphon, che ha invece toccato una prevalenza del 2.4%. Queste sottovarianti, sostiene l’Iss, sono da monitorare “con grande attenzione” perché “a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a una potenziale evasione della risposta immunitaria”.
Anche l’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) interviene in merito. Le due varianti, rileva, sono in crescita a livello mondiale e Gryphon, “la più immunoevasiva mai vista” afferma la stessa Oms, è salita dall’1,5% al 2,0% dal 24 al 30 ottobre. I dati dell’epidemia sono comunque in risalita a livello mondiale, ma non fortunatamente i decessi. Il numero di nuovi casi nel mondo è infatti aumentato del 2% durante la settimana 7-13 novembre, rileva l’ultimo bollettino Oms, rispetto alla settimana precedente. I decessi, invece, sono calati del 30%.
Di fronte a questo quadro, Cartabellotta lancia un affondo finale: “Al momento, nonostante le recenti rassicurazioni del ministro della Salute Orazio Schillaci alla Camera, ad oggi tutte le azioni di ‘discontinuità’ del Governo Meloni sono andate nella direzione opposta a quella suggerita dalle autorità internazionali di salute pubblica, ovvero essere preparati e pronti per affrontare eventuali nuove ondate – conclude – . Si attende pertanto al più presto dall’Esecutivo il piano di preparedness per la stagione invernale”.