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Covid, arriva una nuova variante: quali sono i sintomi di Xibalbà, i vaccini sono efficaci?

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la variante covid Xibalbà

La pandemia è ormai alle spalle, ma l’aumento dei contagi da Covid continua a tenere in ansia gli scienziati. In Messico è stata recentemente scoperta una nuova variante, soprannominata BW.1, o più comunemente Xibalbá. Secondo i medici potrebbe essere la causa di nuovi focolari che si stanno verificando nel Paese sudamericano. Nell’ultima settimana nella regione si è registrato un aumento di 500 casi.

La nuova variante di Covid: la Xibalbà

Le autorità mediche sono preoccupate che si possa verificare un nuovo aumento significativo dei contagi, di pari passo con la diffusione di Xibalbà. Gli stati in cui le infezioni circolano principalmente in Messico sono Yucatán, Campeche, Tabasco e Quintana Roo. Ad annunciare la scoperta del nuovo ceppo è stato Rodrigo García López, scienziato dell’Istituto di Biotecnologia dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM). L’analisi genomica della variante BW.1 suggerisce che potrebbe essersi originata in Messico durante la quinta ondata epidemiologica (da giugno a settembre 2022), derivata dai virus BA.5.6.2 circolanti nello Yucatan, che a loro volta potrebbero essere stati importati da gli Stati Uniti.

Xibalbà è una sotto variante di Omicron, derivata dal lignaggio BA.5.6.2 (noto come “Hellhound”), che sembra aver avuto origine in Messico ed è diventato dominante nella penisola dello Yucatan. È un ceppo che elude le misure di protezione attuali, tanto che il rischio di reinfezione è molto alto e, quindi, la sua futura espansione internazionale. Questi sono i sintomi più comuni che presenta:

  • Febbre
  • Tosse
  • Rinorrea
  • Fatica
  • Mal di gola
  • Dolore muscolare
  • Diarrea
  • Perdita dell’olfatto e del gusto
  • Perdita di appetito
  • Afonia

La Xibalbà sui bambini

I continui lockdown dovuti al Covid-19 hanno reso prematuramente più vecchio il cervello degli adolescenti di almeno tre anni. Sono i cambiamenti osservati nei bambini che hanno affrontato stress cronico e avversità quotidiane durante la pandemia rivelati da uno studio di cui parla il Washington Post. Pubblicato giovedì su Biological Psychiatry Global Open Science, lo studio è il primo a raffrontare le scansioni delle strutture fisiche del cervello degli adolescenti prima e dopo l’inizio della pandemia e a documentarle le differenze significative, secondo il suo autore, Ian Gotlib, professore di psicologia alla Stanford Universite.

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