Nella giornata di ieri nell’intera regione Lazio è stato registrato un dato di 67 casi positivi con un trend al 1%. Trend stabilmente in discesa nelle province, dove complessivamente ci sono stati 6 nuovi casi positivi nelle ultime 24h. Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 10, mentre continuano a crescere i guariti che sono arrivati a 2.010 totali e i tamponi totali eseguiti sono stati quasi 158 mila.
Nella Asl Roma 4 non risultano nuovi casi positivi da 5 giorni. 132 le persone che sono uscite dalla sorveglianza domiciliare. 2 decessi: una donna 82 anni e un uomo di 77 anni con patologie pregresse. Conclusa audit alla RSA Madonna del Rosario e alla RSA Bellosguardo. 3 postazioni di tampone drive in attivi sul territorio di Capena, di Bracciano e di Civitavecchia.
Nella ASL RM6, che comprende i Castelli Romani e la Litoranea, il 5 maggio il numero dei positivi è salito a 1.216, con altri 18 nuovi casi, 13 guarigioni e 1 decesso.
LA MAPPA DEI CONTAGI COMUNE PER COMUNE
Per visualizzare la cartina per Comune sulla diffusione del coronavirus nel Lazio, puoi fare click qui.
LA SITUAZIONE NELLE RSA
Continua il disastro nelle RSA: altri 6 positivi riferibili al cluster della RSA San Raffaele di Montecompatri e 5 casi al cluster di Villa delle Querce
Nelle case di riposo, RSA e case di cura private si contano oltre 500 positivi, di cui più di 50 operatori sanitari, e decine di morti.
Si contano:
– 178 positivi nella casa di cura San Raffaele di Rocca di Papa, 41 operatori sanitari e 137 pazienti (17 decessi);
– 63 i positivi (9 decessi) nella casa di cura Villa Nina di Frattocchie
– 48 i positivi all’INI di Grottaferrata (1 decesso).
– 48 (+5) i positivi (2 decessi) nella casa di cura Villa delle Querce di Nemi;
– 38 (+6) positivi nella casa di cura San Raffaele di Montecompatri, 10 operatori sanitari e 22 pazienti (3 decessi);
– 23 positivi nella Clinica dei Pini di Anzio, 5 operatori sanitari e 18 pazienti (3 decessi).
Ad oggi sono stati trasferiti nelle strutture covid pubbliche tutti i pazienti positivi dal San Raffele di Montecompatri, dall’INI di Grottaferrata e dal San Raffaele di Rocca di Papa.
Il PC dei Castelli Romani esige che tutti i pazienti positivi ancora presenti nelle strutture sanitarie private siano spostati immediatamente nelle strutture covid della ASL RM6 e della Regione Lazio.
La Regione Lazio ha avviato solo il procedimento di revoca dell’accreditamento del San Raffaele di Rocca di Papa.
Dopo 500 positivi e 44 decessi nelle case di cura private, la Regione Lazio ha avviato solo un procedimento di revoca dell’accreditamento?
Il PC dei Castelli Romani chiede alla Regione Lazio di verificare con il massimo rigore il rispetto delle regole anche nelle altre strutture sanitarie private e di procedere alla revoca dell’accreditamento per le strutture inadempienti. Gli ulteriori nuovi 11 casi positivi riscontrati oggi dimostrano che le strutture sanitarie private sono un pericolo per i pazienti.
Sul disastro “colposo” della gestione delle casa di riposo, RSA e case di cura private stanno già indagando la Procura della Repubblica di Roma e quella di Velletri.
I RISCHI DELLA FASE 2
Il 4 maggio è iniziata la fase 2 dell’emergenza sanitaria, ma sono ancora troppi i nuovi positivi in Italia, a Roma e nei Castelli Romani.
Uno studio cinese mette in guardia l’Italia: “Prematura la riapertura”. Per i ricercatori dall’ospedale generale cinese di Pechino (PLA) la chiusura è stata effettuata con grave ritardo e la riapertura è avvenuta troppo presto, mettendo l’Italia a rischio di una nuova ondata di contagi.
La possibilità di muoversi tra le regioni per motivi di lavoro mette ad altissimo rischio Roma città per l’altissimo numero di lavoratori pendolari che arrivano dalle regioni del Nord nella capitale. Questa elevata mobilità interregionale rischia di mettere a forte rischio la capitale e, di conseguenza, i Castelli Romani e la Litoranea.
Nella fase 2 vanno immediatamente riprese nella ASL RM6 tutte le attività ambulatoriali (analisi, visite e prestazioni), ad oggi sospese per l’emergenza sanitaria. In particolare, è inspiegabile ed ignobile la scelta di limitare le attività di analisi ai soli casi di urgenza, costringendo migliaia di cittadini a rivolgersi a pagamento ai laboratori di analisi privati.
Nella ripresa delle attività ambulatoriali andrà posta la massima attenzione alle misure precauzionali di distanziamento sociale e alla fornitura di tutti i dispositivi di sicurezza per tutelare la salute degli operatori sanitari e dei pazienti.
LA CURVA DEI CONTAGI
Sulla base delle nostre analisi la curva dei nuovi contagi ha raggiunto il picco il 15 aprile.
Rispetto al picco siamo scesi solo del 59% in 20 giorni.
La ASL RM6 rimane una delle peggiori ASL della Regione Lazio.
Infatti, le altre ASL della Regione Lazio scendono molto più velocemente: Rieti è scesa del 91%, Frosinone del 95%, Viterbo dell’86%, Latina dell’88% e le altre cinque ASL di Roma sono scese complessivamente del 62%.
Le misure di distanziamento sociale, applicate diligentemente dai cittadini, che in questi mesi hanno fatto grossi sacrifici rimanendo nelle proprie abitazioni e riducendo al minimo gli spostamenti, hanno prodotto buoni risultati.
Infatti, senza misure di contenimento sociale e senza questo impegno straordinario dei cittadini tutta la popolazione dei Castelli Romani e Litoranea sarebbe stata infettata.
Se da un lato le misure di distanziamento sociale hanno ben funzionato, è purtroppo mancata da parte delle istituzioni (Regione Lazio, ASL RM6, Comuni) un’azione di controllo preventiva sulle case di riposo, sulle RSA e sulle case di cura “private”, peraltro accreditate da sempre con il servizio sanitario regionale.