Nella ASL RM6, che comprende i Castelli Romani e la litoranea, il 4 aprile il numero dei contagi è salito a 488, con altri 11 nuovi casi.
Sulla base delle nostre analisi, la curva dei nuovi contagi ha raggiunto il picco il 26 marzo, ma, dopo una prima discesa del numero di nuovi contagi, siamo bloccati da una settimana e la curva scende lentamente.
Dopo quasi un mese di quarantena forzata il numero di nuovi contagi è troppo alto, segno che le misure restrittive in alcuni comuni sono purtroppo insufficienti.
Mentre il comune di Pomezia ha dovuto affrontare decine casi di contagi nelle prime due settimane del mese di marzo e ha saputo isolare e rallentare il contagio nei giorni successivi, in altri comuni dei Castelli Romani (Frascati, Grottaferrata, Lariano, Marino, Nettuno, Velletri) si assiste ad una esplosione dei contagi dopo le prime due settimane di quarantena. I Sindaci di tali comuni, la ASL RM6 e la Regione Lazio dovrebbero valutare con la massima attenzione l’opportunità di aumentare le misure di distanziamento sociale.
L’andamento dei contagi (linea rossa nel grafico) rimane molto più lento rispetto alla simulazione del numero di contagi ottenuta con il modello matematico (siamo scesi al 7% e siamo tra i migliori in Italia).
Quindi, nei Castelli Romani e Litoranea stiamo contenendo e sconfiggendo il coronavirus. Senza questo impegno straordinario dei cittadini i contagi sarebbero arrivati nei Castelli Romani e Litoranea a 7.120 positivi, con un impatto devastante sulle deboli strutture sanitarie pubbliche.
Questi risultati sono stati ottenuti anche con un eccezionale lavoro della ASL RM6 e dei soggetti positivi che sono riusciti a mettere in sorveglianza domiciliare nel nostro territorio migliaia di persone che hanno avuto rapporti con i soggetti positivi.
Di seguito la ripartizione dei contagi per singolo comune dei Castelli Romani e della Litoranea sulla base delle comunicazioni ufficiali dei comuni interessati: Grottaferrata (86 contagi, di cui 64 suore), Nettuno (50), Pomezia (35), Frascati (32), Velletri (25), Marino (25), Lariano (21), Ciampino (14), Albano (12), Anzio (12), Genzano (12), Ariccia (11), Ardea (7), Montecompatri (7), Monte Porzio Catone (6), Rocca di Papa (6), Rocca Priora (5), Colonna (4), Castel Gandolfo (3), Lanuvio (3), Nemi (1). Si precisa che i dati sono in continuo aggiornamento.
Clicca qui per visualizzare la cartina suddivisa per Comune sulla diffusione del Coronavirus in 380 località del Lazio.
E’ importante notare che ben 159 comuni del Lazio con una popolazione complessiva di 263.598 abitanti non presentano alcun contagio.
Ci sono le isole (Ponza, Ventotene) e altri 7 comuni della provincia di Latina, decine di comuni appartenenti alle comunità montane dell’Aniene, dei Monti Lepini, dei Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani e Prenestini, 36 comuni del frusinate, 23 comuni del viterbese e 49 comuni del reatino.
Negli ultimi giorni è esploso il problema delle case di riposo. Il problema nella diffusione del coronavirus sono le comunità dei soggetti più deboli e più indifesi (i nostri anziani e i soggetti con handicap), comunità che andrebbero difese con maggiore impegno da parte di tutte le istituzioni.
Un ringraziamento particolare a tutti i lavoratori (personale sanitario, lavoratori impegnati nella filiera alimentare e nella raccolta dei rifiuti, vigili urbani e forze dell’ordine, ecc.) che stanno garantendo i servizi essenziali, lavoratori cui deve essere sempre assicurata la dotazione di sicurezza (mascherine, guanti, disinfettante e altro).
Purtroppo, anche ai Castelli Romani si stanno verificando quotidianamente e con sempre maggiore frequenza casi di positività tra il personale medico, le forze dell’ordine e i lavoratori dei supermercati a causa della mancanza o della inidoneità delle dotazioni di sicurezza. Ad esempio, in una importante struttura ospedaliera dei Castelli Romani sono stati fatti i tamponi a tappeto sul personale medico e sui pazienti, individuando ed isolando ben 11 casi positivi al covid-19.
Dopo anni di saccheggio della sanità pubblica, anni di tagli pesantissimi a favore di quella privata, il Partito Comunista chiede un forte potenziamento della sanità pubblica e l’immediata stabilizzazione dei lavoratori precari della sanità, i “nostri eroi” che stanno combattendo nella trincea degli ospedali contro il coronavirus. In queste ore a decine di infermieri precari che stanno curando con altissimi rischi i “pazienti intubati” viene comunicato senza vergogna che allo scadere non gli sarà rinnovato il contratto, perché dopo 36 mesi di precariato la legge impone la stabilizzazione del lavoratore.
Questa emergenza coronavirus ci insegna che dobbiamo riconquistare due diritti fondamentali: la Sanità Pubblica e il Lavoro Stabile.