Coronavirus, ecco la mappa dei contagi nel Lazio. Questa la situazione attuale.
Nella ASL RM6, che comprende i Castelli Romani e la Litoranea, l’11 aprile il numero dei positivi è salito a 613, con altri 36 nuovi casi.
Nel comunicato della ASL RM6 si evidenzia che sono state attenzionate una casa di riposo di Albano, Villa Nina di Frattocchie, San Raffaele di Rocca di Papa e Ini di Grottaferrata.
Nella casa di cura San Raffaele di Rocca di Papa sono stati individuati 23 casi positivi al Coronavirus. Si tratta sia di ospiti in isolamento presso il reparto di lunga degenza e sia di operatori sanitari in isolamento domiciliare.
Nella struttura per anziani “Villa Nina” di Frattocchie, nel comune di Marino, i contagi da coronavirus sono saliti a 41 casi.
In una struttura per anziani di Pavona, nel comune di Albano, i contagi da coronavirus sarebbero 10 casi.
All’INI di Grottaferrata, secondo quanto comunicato dal Sindaco, i positivi sono saliti a 48, riscontrati sia tra i pazienti sia tra gli operatori.
Mentre i cittadini sono chiusi in casa, il coronavirus si diffonde indisturbato nelle case di riposo, nelle RSA e nelle strutture ospedaliere, che diventano i pericolosi focolai della diffusione del virus. Tali strutture andavano “controllate” dal primo momento, non “attenzionate” quando il Covid-19 si è già diffuso, per fare la triste conta dei positivi prima e dei decessi poi.
Il Comune di Marino ha evidenziato che la ASL RM6 continua a rassicurarli sull’efficacia delle misure contenitive attivate all’interno di queste strutture.
Il Comune di Rocca di Papa ha deciso di trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica.
Considerando che viene messa a grave rischio la vita di centinaia di anziani, qualcuno dovrà stabilire le responsabilità di questo disastro che sta colpendo nei Castelli Romani le case di riposo, le RSA e le strutture ospedaliere.
Il Comune di Albano, unico caso al mondo, continua a non fornire alcuna informazione sulla diffusione del coronavirus sul territorio.
LA CURVA DEI CONTAGI
Sulla base delle analisi la curva dei nuovi contagi ha raggiunto il picco il 26 marzo, ma scende con grande difficoltà. Nei Castelli Romani e Litoranea, la curva dei nuovi contagi in 16 giorni è scesa solo del 16% rispetto al suo picco massimo.
In questo mese i cittadini hanno fatto un sacrificio eccezionale, rimanendo nelle proprie abitazioni e riducendo al minimo gli spostamenti. Le misure di distanziamento sociale sono state applicate diligentemente dai cittadini.
I risultati sono eccezionali. Come si evince dal grafico, l’andamento dei contagi (linea rossa nel grafico) rimane molto più lento rispetto alla simulazione del numero di contagi ottenuta con il modello matematico (siamo scesi al 2% e siamo tra i migliori in Italia).
Quindi, nei Castelli Romani e Litoranea stiamo contenendo e sconfiggendo il Coronavirus. Senza questo impegno straordinario dei cittadini i contagi sarebbero arrivati nei Castelli Romani e Litoranea a 30.499 positivi, con un impatto devastante sulle deboli strutture sanitarie pubbliche.
Questi risultati sono stati ottenuti anche con un eccezionale lavoro della ASL RM6 e dei soggetti positivi che sono riusciti a mettere in sorveglianza domiciliare nel nostro territorio migliaia di persone che hanno avuto rapporti con i soggetti positivi.
LA MAPPA DEI CONTAGI
Di seguito la ripartizione dei contagi per singolo comune dei Castelli Romani e della Litoranea sulla base delle comunicazioni ufficiali delle autorità competenti: Grottaferrata (88 contagi, di cui 64 suore), Marino (72, di cui 41 nella casa di cura Villa Nina a Frattocchie), Nettuno (51), Albano (40, di cui 10 in una casa per anziani a Pavona), Frascati (39), Pomezia (39), Velletri (38), Lariano (23), Rocca di Papa (20, di cui 8 nella casa di cura San Raffaele), Ardea (17), Ariccia (17), Anzio (15), Ciampino (14), Castel Gandolfo (13), Rocca Priora (13), Genzano (12), Montecompatri (7), Monte Porzio Catone (6), Lanuvio (5), Colonna (4), Nemi (1). Si precisa che i dati sono in continuo aggiornamento.
Ma ecco qui la cartina dove potete verificare per singolo Comune i dati sulla diffusione del Coronavirus nel Lazio.
E’ importante notare che ben 147 comuni del Lazio con una popolazione complessiva di 213.559 abitanti non presentano alcun contagio.
Ci sono le isole (Ponza, Ventotene) e altri 7 comuni della provincia di Latina, decine di comuni appartenenti alle comunità montane dell’Aniene, dei Monti Lepini, dei Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani e Prenestini, 32 comuni del frusinate, 22 comuni del viterbese e 47 comuni del reatino.
Dopo un mese di quarantena forzata, il numero di nuovi contagi dovrebbe essere nullo.
I Sindaci, la ASL RM6 e la Regione Lazio dovrebbero valutare con la massima attenzione l’opportunità di aumentare le misure di distanziamento sociale.
Una misura molto importante che i Sindaci dei Castelli Romani e Litoranea dovrebbero applicare da subito è quella relativa alla obbligatorietà dell’uso della mascherina in luoghi pubblici, evitando in questo modo che un soggetto positivo asintomatico possa contagiare altri cittadini. Sarebbe una forma di rispetto verso gli altri. Dobbiamo imparare dalla Corea del Sud, paese che ha vinto la guerra contro la diffusione del coronavirus: i cittadini indossano la mascherina anche se hanno un semplice raffreddore come forma di rispetto verso gli altri.
IL MONITORAGGIO
Considerando la scarsa ed insufficiente informazione che viene quotidianamente fornita dalla Regione Lazio, dalla ASL RM6 e dai Sindaci, sui dati del monitoraggio della diffusione del coronavirus nei Castelli Romani e Litoranea abbiamo applicato un modello di regressione in forma logaritmica e, dalle prime analisi, è emerso che il numero di positivi nei nostri comuni è significativamente correlato con le seguenti variabili:
– Numero di abitanti
– Numero di lavoratori che operano con il mercato ortofrutticolo di Fondi (primo comune del Lazio dichiarato “zona rossa”)
– Presenza sul territorio di una casa di riposo, RSA o convivenza contaggiata
– Presenza sul territorio di una struttura ospedaliera.
Chiaramente il numero di positivi è fortemente correlato con il numero di abitanti nel comune (i 148 comuni del Lazio senza contagi sono comuni con pochi abitanti).
Analizzando la matrice del pendolarismo tra i comuni italiani pubblicata dall’ISTAT è emersa una correlazione positiva tra il numero di positivi e il numero di lavoratori che operano con il mercato ortofrutticolo di Fondi (primo comune del Lazio dichiarato “zona rossa”). A conferma, diversi positivi nei Castelli Romani e Litoranea lavoravano con il mercato ortofrutticolo di Fondi.
Nelle ultime settimane è esploso – nei Castelli Romani e in tutta Italia – il problema delle case di riposo e delle RSA. Il problema nella diffusione del coronavirus sono le comunità dei soggetti più deboli e più indifesi (i nostri anziani e i soggetti con handicap), comunità che andavano e vanno controllate con maggiore attenzione da parte di tutte le istituzioni (magistratura compresa), valutando se confermare le autorizzazioni o chiudere le strutture. In particolare, le case di riposo più grandi vanno immediatamente riconvertite in strutture più piccole.
In questa situazione di emergenza sanitaria, le strutture ospedaliere rischiano di diventare dei pericolosi focolai di diffusione del coronavirus. Purtroppo, anche ai Castelli Romani si stanno verificando quotidianamente e con sempre maggiore frequenza casi di positività tra il personale medico, a causa della mancanza o della inidoneità dei dispositivi di sicurezza. Ad esempio, in una importante struttura ospedaliera dei Castelli Romani sono stati fatti i tamponi a tappeto sul personale medico e sui pazienti, individuando ed isolando ben 11 casi positivi al covid-19.
Come abbiamo già denunciato, è stato un grave errore la scelta di distribuire i posti letto e i positivi covid-19 in 5 strutture (Ospedale dei Castelli Romani, posti letto di breve osservazione negli ospedali di Velletri, di Frascati e di Anzio, più l’ospedale Regina Apostolorum), non solo per il grandissimo rischio di aumentare la diffusione del Coronavirus, replicando tragicamente uno dei più clamorosi errori commessi dalla Regione Lombardia, ma anche perché questa scelta ha praticamente bloccato tutte le altre prestazioni sanitarie, anche urgenti, di cui necessitano i cittadini.
A questo proposito il Partito Comunista dei Castelli Romani rilancia la proposta di riaprire l’ospedale di Albano per realizzare una struttura completamente “dedicata, “specializzata” e “isolata” per il trattamento dei soggetti infetti da Coronavirus e per le attività di monitoraggio della diffusione del Coronavirus nella fase 2, in modo da non bloccare la fornitura delle altre prestazioni sanitarie da parte delle strutture ospedaliere dei Castelli Romani.