Natale off limits, causa Covid. Ma in maggioranza il clima che precede l’ultimo dpcm del 2020 e’ rovente. La giornata è contrassegnata da continue riunioni per trattare sul testo che entrerà in vigore da venerdì 4. Si fissa la road map delle ultime 24 ore. Il cdm notturno di oggi servirà per il varo di un decreto ‘cornice’, che estenderà a 50 giorni la durata temporale dei dpcm e dara il via libera al premier per procedere nella limitazione della circolazione e di altre libertà. Nel corso della seduta di questa sera, il presidente del consiglio illustrerà ai ministri anche le principali misure che intende adottare domani per dpcm. La riunione dell’esecutivo sarà l’occasione per un’ultima trattativa politica, prima di passare la palla alle regioni. Il testo sarà inviato agli enti locali che domani mattina riuniscono la conferenza, sotto la presidenza di Giovanni Toti. Quindi risposta delle regioni a Palazzo Chigi, riscrittura del testo, firma del dpcm e conferenza stampa del premier.
Questo se tutto andrà liscio e con il solo limite della prossima mezzanotte quando il dpcm in vigore decadra’. Lungo il percorso gli inciampi sono sempre possibili. E lo si è visto oggi quando al Senato la risoluzione per l’ok al ministro Speranza – sul piano vaccini – è passata con appena 140 voti, ma soprattutto in un testo che definire essenziale è riduttivo: ‘udite le comunicazioni del ministro, le si approva’, c’era scritto. Ma la maggioranza, raccontano da Palazzo Madama, aveva preparato un altro testo, con l’opportuno livello di articolazione. Le risoluzioni servono infatti ai partiti per indirizzare il governo, impegnarlo a portare a termine determinati obiettivi. Ma nelle liti che hanno contraddistinto la stesura e il via libera, la risoluzione non ha fatto in tempo ad arrivare ai banchi della presidenza. Così è stata sostituita in corsa da una dichiarazione che corrisponde al ‘prendere o lasciare’.
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Dopo il voto in aula, le divisioni interne ai giallorosa sono riemerse nel corso di un faccia a faccia a Palazzo Madama tra i capigruppo dei partiti e il governo, rappresentato dai ministri Speranza, D’Incà e Franceschini. I presenti raccontano di toni molto accesi e vivide contestazioni nei confronti dell’esecutivo. Italia viva e una parte del Pd chiedevano di correggere diverse norme fuoriuscite dal tavolo politico che si e’ tenuto ieri sera tra Conte e i capidelegazione. In sintesi: maglie più larghe negli spostamenti tra regioni, rendere liberi gli spostamenti extra comune nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, consentire l’apertura dei ristoranti e degli alberghi in montagna, favorire i ricongiungimenti familiari.
A quanto riferiscono, il governo ha ribadito la volontà di non assecondare le richieste ed ha annunciato anche l’intenzione di autorizzare sì l’apertura degli hotel nei festivi, ma non del servizio ristorazione per tutti. Solo per il servizio in camera. La scelta è stata commentata con ironia dai presenti alla riunione. “Bella questa. Cosi’ aumentano gli assembramenti e finisce come il parlamentare europeo di Orban…”. Un riferimento non troppo garbato alla sfortunata vicenda di József Szßjer, il deputato sorpreso venerdi’ scorso mentre a Bruxelles partecipava a un festino dalle tinte accese, insieme ad altre 25 persone.
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A sera Davide Faraone di Italia Viva può cantare vittoria, almeno in parte. “Abbiamo ottenuto che i ristoranti saranno aperti a pranzo il 25 e 26 dicembre, a Capodanno e per l’Epifania. Anche gli alberghi di montagna resteranno aperti sotto le feste”, spiega. La sottosegretaria Sandra Zampa anticipa alcune misure: chiarisce che dal 20 ci sarà il divieto di spostamento tra le regioni, salvo ragioni di necessità come assistere un genitore solo, che richiederanno l’autocertificazione. Parenti che abitano in regioni in fascia gialla potranno muoversi verso altre regioni in fascia gialla se si muoveranno dal 4 al 20 dicembre. Sarà sempre possibile raggiungere la regione di residenza, mentre si sta ancora valutando se consentire di raggiungere quella di domicilio e le seconde case. Restano aperti ancora diversi temi: sulla questione dei ricongiungimenti famigliari e degli spostamenti tra Comuni, Italia viva spera di ottenere qualche allentamento delle regole nelle prossime ore. Le scuole superiori potrebbero riaprire a metà dicembre, come vorrebbe il premier Conte, ma sono in corso discussioni. Raggiunta l’intesa, invece, per la messa di Natale. Dovrà terminare entro l’orario per rientrare a casa per il coprifuoco alle 22. Quindi Messa alle 20, come per il tg. “É una decisione presa in accordo con la CEI”, spiegano dal governo. E allora, così sia.
(Fonte agenzia Dire)