COMUNE DI ARDEA, I DIPENDENTI DICHIARANO LO STATO DI AGITAZIONE
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Hanno dichiarato lo stato di agitazione, i dipendenti del Comune di Ardea che ormai da due mesi richiedono un incontro con l’Amministrazione. Le organizzazioni sindacali, “preso atto che a distanza di oltre due mesi dalla comunicazione inoltrata all’amministrazione in cui si chiedeva un urgente incontro volto a risolvere le questioni evidenziate nel corpo del verbale assembleare, e risollecitata l’amministrazione stessa con nota RSU in data 25.11.2013 (prot. 47822) a cui non è pervenuta alcuna risposta”, questa mattina hanno comunicato a tutti gli organi interessati la formale indizione dello stato di agitazione, chiedendo alla Prefettura di Roma “l’esperimento del tentativo di conciliazione, rappresentando che qualora lo stesso non intervenisse nei tempi previsti, le OO.SS. e la RSU potranno procedere all’indizioni di ulteriori azioni dimostrative”. Nel documento protocollato oggi viene riportato il verbale dell’assemblea del 24 settembre “riguardante le scelte da assumere in seno alle delegazione trattante con particolare riferimento alla quantificazione e destinazione delle risorse destinate al trattamento economico accessorio del personale”, mettendo in evidenza come negli anni passati l’Amministrazione comunale non abbia provveduto all’istituzione dell’apposito fondo. “L’assemblea ritiene non più praticabile da subito un sistema ed un organizzazione del lavoro interna all’Ente, che ha portato negli anni una sostanziale e significativo sbilanciamento delle risorse a vantaggio di poche persone a scapito delle altre. Nello specifico non appare più sostenibile finanziare con risorse pari a € 170.000,00 n°15 posizioni organizzative e con ulteriori € 50.000 circa 50 posizioni di responsabilità, lasciando alla produttività collettiva ed individuale la somma restante di € 80.000. Gli importi che ne conseguono per la produttività appaiono largamente insufficienti per motivare adeguatamente una organizzazione sottodimensionata come forse in nessun altro Comune della Provincia (130 dipendenti per una popolazione di oltre 40.000 abitanti) aumentando in questo modo la distanza fra coloro che beneficiano di istituti spesso non comprensibili rispetto alla logica dell’efficientamento e coloro a cui è precluso qualunque significativo riconoscimento anche a fronte d’impegno e competenza mostrati”. Era quindi stato richiesto un confronto tra sindacati e Amministrazione “affinché si addivenga ad un riequilibrio sostanziale delle risorse stanziate a favore della produttività collettiva ed individuale”, chiedendo anche “che l’accesso alle posizioni organizzative e delle particolari responsabilità avvenga sulla base di regolamenti che riconoscano l’esperienza, la competenza, i titoli culturali e non ultimo il sistema di valutazione dell’Ente quali unici parametri per l’assegnazione degli incarichi, superando l’inaccettabile sistema dell’intuito persone ormai configurabile come una sostanziale violazione ai principi di trasparenza e merito su cui si è incardinata fattualmente la Pubblica Amministrazione”. Ma, vista la mancata risposta dell’Amministrazione, oggi si è deciso di proclamare lo stato di agitazione.