Prosegue il “botta e risposta” tra i lavoratori precari del Comune di Pomezia ed il sindaco Fabio Fucci. Dopo la risposta di ieri del Primo Cittadino, oggi arriva la replica dei dipendenti a tempo determinato, che oggi si sono riuniti in assemblea. “La risposta del Sindaco arriva fuori tempo massimo sotto tutti i punti di vista – dichiarano i lavoratori riunti nel Comitato vincitori di concorso del Comune di Pomezia – Abbiamo atteso un giorno in più per leggere che “la montagna partorirà il topolino”: infatti, la maggioranza presenterà ‘un atto in consiglio comunale con cui chiedere agli organi parlamentari competenti di modificare lo scenario normativo’. La richiesta di un atto di indirizzo era stata avanzata oltre un anno fa e ora, a 6 mesi dalla scadenza dei contratti, impegnarsi ad interessare gli organi parlamentari della nostra situazione lavorativa risulta una chiara modalità alla Ponzio Pilato. Dunque ci sorge spontanea una richiesta: o siamo indispensabili – come più volte ribadito – e dunque si trova una soluzione concreta oppure ci venga detto in modo chiaro che le intenzioni sono altre. Il tempo delle belle parole è finito. Dopo le sei sentenze del Giudice del Lavoro che hanno visto riconosciuto il diritto all’assunzione di 6 colleghi della Polizia Locale, un’Amministrazione che voglia davvero risolvere il problema dei 104 lavoratori a tempo determinato e, al contempo, risparmiare oltre 4 milioni di euro per i contenziosi già in essere o in via di instaurazione, si sarebbe dovuta sedere a un tavolo con tutte le parti coinvolte (lavoratori, sigle sindacali, legali) per individuare una soluzione condivisa, fosse anche una proroga dei contratti sino alla modifica del quadro normativo. E invece il Sindaco ha preferito scaricare l’onere e spostare la questione nelle aule di tribunale sacrificando 104 lavoratori e destinando risorse pubbliche alle spese legali piuttosto che ai servizi della collettività pometina”.
“Operare nella legalità è l’auspicio che muove ciascuno di noi – hanno proseguito i lavoratori – Ben altra cosa è utilizzare le norme strumentalmente, interpretarle in maniera impropria, farsi scudo degli organi di controllo dello Stato per giustificare la propria inerzia. Questo modus operandi costerà oltre 4 milioni di euro e, presto o tardi, qualcuno chiederà il conto. Continueremo la nostra battaglia, dentro e fuori le aule giudiziarie, per vedere riconosciuto il nostro diritto all’assunzione. Procederemo a fare ricorso davanti al Giudice del Lavoro, e questa mattina, in assemblea, abbiamo condiviso con le organizzazioni sindacali il percorso che inaugurerà una stagione di agitazione. Agli auguri del Sindaco e della Giunta non partecipiamo: per noi non sarà un bel Natale e gran parte della responsabilità è proprio di questa Amministrazione”.