La cerimonia è stata aperta con la “parola del Vangelo secondo Luca”, un riferimento ai valori cristiani in contrapposizione ai fenomeni di corruzione che – già all’epoca – facevano scalpore. Il tema del Vangelo ha ricondotto l’omelia al buon amministratore, come nel caso di Don Adriano, di anime.
Dopo una serie di similitudini con la realtà, Don Adriano ha tracciato un bilancio di quanto i 12 anni trascorsi hanno portato in termini di risultati, una sorta di “pagella” che è terminata con il ringraziamento ai presenti, in particolare al comandante la tenenza dei carabinieri luogotenente Antonio Landi ed alle associazioni Civiltà e Parco delle Vittorie.
Don Adriano con precisione chirurgica ha voluto “ammettere” che lascerà al suo successore qualche problema economico, dettato “non da cattiva gestione”, bensì dai mancati pagamenti dei sostegno pubblici da parte del Comune. A tal proposito, ha sottolineato che il sindaco Di Fiori ieri sera per l’ennesima volta ha promesso che “tutto si sarebbe risolto”. Don Adriano, rivolgendosi al successore Don Aldo, ha riferito in modo che potrebbe sembrare ironico: “Hai la parola del sindaco e tutti noi sappiamo quanto sia di parola il nostro sindaco”. Quello che poteva essere un complimento ha avuto quindi l’aspetto di un rimprovero nei confronti di Di Fiori, visto che l’omelia ha voluto suggellare uno status ben preciso.
Al termine della cerimonia e dopo aver scambiato i vari doni Don Adriano, riferendosi alla stola donata dal sindaco al suo successore Don Aldo, ha riferito..” la stola rossa ha per la chiesa un significato simbolico preciso… il sangue della passione… preparati Don Aldo alla sofferenza”, come se fosse un’altra stoccata al sindaco di fronte ai fedeli che riempivano la chiesa.
Di Fiori ha salutato Mons. Adriano Gibellini co un discorso ufficiale. “Il momento del saluto ad un parroco è sempre un momento toccante per una comunità perché egli non svolge una semplice attività ma è testimone di vita, fratello e padre nella grande famiglia che è la parrocchia. Noi a don Adriano dobbiamo grande riconoscenza per come si è posto nei confronti della comunità e per come ha saputo impegnarsi per essa”, ha dichiarato.
“Lascio a don Adriano una richiesta – ha proseguito il Sindaco – che nelle sue preghiere continui a ricordarsi di Ardea”.
Nel corso della cerimonia, tanta la commozione dei fedeli, dei cittadini, delle autorità presenti. Attraverso vari aneddoti, è stata ricordata anche la figura di don Aldo Zamponi, parroco storico della comunità ardeatina conosciuto sia da don Adriano che dal suo omonimo don Aldo. Don Adriano, parroco della chiesa San Pietro Apostolo dal 2007, ha ringraziato tutta la comunità e le istituzioni per la proficua collaborazione di questi anni.
“Rivolgo, inoltre, un caloroso benvenuto a nome di tutta la comunità a don Aldo – ha concluso il Sindaco – per questo nuovo ministero pastorale, un nome che porta alla mente dei cittadini di Ardea l’amato don Aldo Zamponi”.
La popolazione all’uscita dalla chiesa si è stretta attorno a Don Adriano con fraterni abbracci e baci, come a salutare un vecchio caro amico e grande uomo di chiesa quale è Don Adriano, fino ad oggi unico parroco che dopo la morte del compianto don Aldo Zamponi ha soddisfatto con la parola di Dio i cittadini riportandoli come pecorelle smarrite, tutti all’ovile dell’altare. Altrettanto non si può dire del sindaco che non ha avuto tante affettuosità dai suoi concittadini. A salutare il monsignore Don Adriano era presente anche Inge Manzù, cittadina onoraria del Comune di Ardea e moglie del compianto maestro Giacomo Manzù.
Luigi Centore