Chiara Ferragni, il Procuratore di Milano Eugenio Fusco ha deciso. La donna è iscritta nel registro degli indagati: truffa aggravata.
Lunedì nero per Chiara Ferragni alle prese con il periodo più difficile della propria carriera. A tenere banco è ancora una volta quello che ormai è stato ribattezzato come “pandoro gate”: ovvero la pratica commerciale scorretta che, secondo l’Antitrust, Chiara Ferragni avrebbe intrapreso con l’azienda dolciaria in merito ad alcune operazioni di beneficenza. Dinamica che le è costata un’ammenda di un milione di euro.
La donna è corsa immediatamente ai ripari, almeno mediaticamente, con un messaggio pubblico sui social che risale a qualche settimana fa. La promessa di donare un milione di euro al Regina Margherita di Torino: “Per rimediare all’errore commesso, si può sbagliare – ha detto – il mio è stato un semplice errore di comunicazione”. Oggi la Procura di Milano ha stabilito con il benestare del Procuratore Eugenio Fusco che, di semplice, in questa vicenda, non c’è niente: Chiara Ferragni risulta, infatti, essere iscritta nel registro degli indagati per truffa aggravata.
Chiara Ferragni indagata per truffa aggravata: la decisione del PM
Nella lista dei cattivi c’è anche Alessandra Balocco, Presidentessa e Amministratrice Delegata della Balocco Spa, sempre per le stesse ragioni. Questa decisione è stata figlia di un percorso complesso che solo nelle ultime ore trova una prima quadra. Tutto comincia nei giorni scorsi quando un’inchiesta del quotidiano La Verità mostra come l’imprenditrice digitale avrebbe alterato anche la vendita delle bambole Trudi con il pretesto della beneficenza. Attività benefica messa in dubbio al pari di un’altra iniziativa: quella che vede sempre la donna coinvolta in questo caso, però, con Dolci Preziosi.
Il contendere, nell’arco di questo secondo iter, sarebbero le uova di Pasqua griffate. In totale quindi si parla di tre possibili raggiri che vanno dimostrati e spiegati con analisi circostanziate. La Ferragni, nella fattispecie, si mette a riparo dalle accuse per quanto riguarda le bambole e le uova di Pasqua. La donna dirama un comunicato attraverso le proprie società in cui dice che, nell’arco di quelle operazioni, tutto è andato come previsto e comunicato anticipatamente.
Spuntano le mail
Restano, quindi, i dubbi sul caso Balocco: il rebus qual è? Riguarda la dinamica di lavoro. Secondo il Procuratore di Milano Fusco potrebbe esserci lo zampino di Chiara Ferragni su certi meccanismi alterati di compravendita. La donna, stando alle recenti analisi, potrebbe aver indotto l’azienda a comportarsi in un determinato modo per quanto riguarda la distribuzione e la spartizione degli introiti. Va ricordato, a tal proposito, che il pandoro griffato – con la denominazione “Pink Christmas” – è stato venduto appositamente con il prezzo maggiorato.
In beneficenza, però, ne sarebbe andata solo una cifra concordata precedentemente e il resto spartito. Se questa ipotesi dovesse essere confermata, Chiara Ferragni rischia una condanna per truffa aggravata. L’iscrizione al registro degli indagati, nel frattempo, è figlia del riscontro di alcuni elementi fondanti secondo Fusco e gli investigatori. Uno scambio di mail tra le società di Chiara Ferragni e la Balocco per compiere il presunto illecito. Tutto è ancora da dimostrare, ma la vicenda arriva a una prima svolta decisiva. Ferragni compare sul registro degli indagati. Una firma che pesa e, stavolta, non è solo questione di celebrità.
Intanto Chiara Ferragni rilascia le prime dichiarazioni dopo la decisione della Procura di Milano: “Sono serena – rivela – perchè ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso. Ho piena fiducia nell’attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile”.