Ti sei mai chiesto cosa significhi mangiare al buio? Dining in the Dark è un’esperienza di degustazione gastronomica che invita a esplorare tutto il potenziale delle papille gustative in un’atmosfera unica e divertente. Con gli occhi bendati, assaggerai deliziosi piatti a sorpresa e gusterai una cena curata di 3 portate senza usare la vista, esaltando così gli altri sensi. Ma come nasce questo fenomeno e perché sta avendo tanto successo, tanto da arrivare anche a Roma?
Cosa sono i dark dining?
Il dark dining è l’atto di consumare un pasto senza vedere il cibo che si sta mangiando. Il concetto di base è che la rimozione della vista riesca ad esaltare gli altri sensi e aumenti il piacere gastronomico. Dal 1999, in molte parti del mondo sono stati aperti diversi ristoranti specializzati in “dark dining”.
La prima esperienza di dark restaurant ebbe luogo a Parigi, allestita da Michel Reilhac e si chiamava “Le gout du noir”. Il progetto è iniziato nel 1997 ed è stato seguito dall’apertura di un ristorante nel quartiere “Montorgeuil” a Parigi durante l’estate 1999. Da questa iniziativa è seguita nel 2003 “Dans le Noir?”, fondata da Edouard de Broglie, un imprenditore francese in collaborazione con la fondazione per ciechi Paul Guinot.
“Dans le Noir?” è diventata la prima catena internazionale di ristoranti al buio, ma molti altri paesi hanno preso spunto da questa idea per fondare poi un loro business. Il primo ristorante permanente per esempio è stato Blindekuh a Zurigo, in Svizzera. Il ristorante, aperto nel settembre 1999 da un sacerdote cieco, Jorge Spielmann, si proponeva di trasmettere l’esperienza della cecità ai clienti vedenti, per aiutarli a comprenderli le difficoltà ma anche sperimentare la cucina in modo diverso, sensoriale. Spielmann affermò che l’idea gli venne dopo che gli ospiti che avevano cenato bendati a casa sua riferirono di aver apprezzato maggiormente il pasto attraverso i sensi del gusto e dell’olfatto.
Cosa sapere per vivere una dark dining?
Nella maggior parte dei casi l’area del ristorante è mantenuta nella completa oscurità, eliminando tutte le fonti di luce, compresi i telefoni cellulari e le macchine fotografiche. In altri locali i clienti vengono invece bendati. Prima di entrare, i clienti scelgono però le portate, spesso scegliendo tra diversi menu generici piuttosto che tra voci specifiche. Molti clienti hanno sostenuto che mangiare al buio può essere “un’esperienza inquietante”, in particolare il processo fisico di nutrirsi. Inoltre, anche se il menu può essere adattato per tenere conto delle “limitate capacità del commensale”, puntare coltello e forchetta risulta alquanto difficile se non si riesce a concepire lo spazio circostante.
Molti ristoranti hanno scelto per esempio di impiegare per questo genere di esperienze camerieri e guide non vedenti o ipovedenti, le cui condizioni consentono loro di lavorare con poca difficoltà in ambienti bui. Il personale non vedente può in questo modo insegnare qualcosa delle tecniche che utilizza nella vita di tutti i giorni, aggiungendo così alla mera esperienza gastronomica anche quella sociale, improntata alla condivisione di esperienze e non solo alla degustazione di piatti. La cena al buio, inoltre, può anche essere organizzata come un evento specifico, simil esperienza di team building o in una location selezionata, piuttosto che svolgersi in una sede permanente, senza contare che alcuni ristoranti offrono per l’occasione musica dal vivo o intrattenimento dal vivo (chiaramente solo acustico!) per accompagnare il pasto dei commensali durante la serata.
Dove provarlo a Roma
Dining in the Dark si svolge in un bistrot e cocktail bar di Roma, il “Ristorante Centro”, in via Cavour. Tra le sue proposte, il Ristorante Centro offre piatti tipici come il ceviche, la tartare di manzo, le acciughe fritte e le fettuccine con asparagi e tartufo nero.
Eventuali esigenze alimentari, per chi volesse partecipare, dovranno essere dichiarate a monte. Per il resto tutto è lasciato all’immaginazione e le pietanze restano segrete fino a che non si incontreranno con le vostre papille gustative. Mentre il resto dell’evento manterrà un aspetto enigmatico, al momento dell’acquisto dei biglietti c’è la possibilità di scegliere un menu vegano, a base di carne o di pesce.
L’evento inizia alle ore 20.00, i posti sono limitati e i biglietti costano 50 euro a persona, per un’esperienza da 120 minuti complessivi, da vivere immersi in un’esperienza unica.