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Carceri nel Lazio, il grido di allarme dei sindacati: “Non si può più aspettare”

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“Il prossimo 26 Ottobre siamo stati convocati a Roma dal Provveditore regionale del Lazio Abruzzo Molise, per discutere della proposta di distribuzione del personale indicato nel nuovo decreto del 12 Luglio 2023 che aumenta nelle tre regioni di 109 unità quello previsto”. Dà notizia il segretario regionale USPP Lazio Daniele Nicastrini, all’indomani della pervenuta convocazione. Da tempo il sindacato lamenta una gravissima sofferenza organica che sta mettendo a dura prova la resistenza della Polizia Penitenziaria nelle carceri laziali al di sotto di oltre 900 unità rispetto all’organico previsto proprio dal decreto ministeriale.

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Allarme carceri laziali

“Attualmente la forza prevista ovvero quello che dovrebbe essere nella regione Lazio dovrebbe essere di 3624 unità, che con questo incremento da decreto per il lazio dovrebbe innalzare di circa 80 unità come proposto dal Provveditorato regionale. In realtà la forza invece presente nelle strutture penitenziarie e servizi connessi come Nuclei, reparti ospedalieri ad esempio, raggiunge a malapena le 2750 unità, aggiungendo che circa il 10% e in aspettative a medio e lungo termine anche per i postumi dovuti alle tante aggressioni subite”.

Le parole di Daniele Licastrini

Cosa chiederete al Provveditore regionale in questo incontro, vista la gravità dei numeri presenti anche dovuti ad un sovraffollamento che ha superato ulteriormente la quota delle 6300 presenze nella regione Lazio. “Diciamo – continua Nicastrini – che sono mesi che USPP Lazio, reclama lo Stato di Agitazione, segnalando l’emergenza penitenziaria senza precedenti, per questo motivo chiediamo più considerazione da parte del Provveditore regionale che dopo mesi ha convocato per il 26 Ottobre alle 16.30 i sindacati della Polizia Penitenziaria. Meglio tardi che mai sarebbe da dire, tuttavia con una nota inviata in queste ore abbiamo ribadito le nostre priorità sulla quale auspichiamo la necessaria e non rinviabile attenzione“.

Abbiamo, notato che sono diminuiti le aggressioni, visto che non riceviamo notizie in merito. “Purtroppo, non è così, conclude Nicastrini abbiamo deciso di limitare queste notizie per evitare ulteriori allarmismi, ma possiamo dire che in questa settimana sono caduti ad aggressioni altri agenti e addirittura dei medici con costole incrinate, ma non diciamo dove per motivi di opportunità”.

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