Home » News » Cronaca » CAMPO ROM DI VIA PONTINA: DEGRADO E VIOLENZA CONTRO GLI ANIMALI

CAMPO ROM DI VIA PONTINA: DEGRADO E VIOLENZA CONTRO GLI ANIMALI

Pubblicato il

nomadi 1

Campo nomadi di Castel Romano, cosa accade dietro la recinzione che si vede da via Pontina? Sono in molti, soprattutto i pendolari che quotidianamente da Ardea o Pomezia vanno verso Roma, a chiederselo, in particolar modo quando si vedono colonne di fumo provenire proprio da quell’accampamento.
Entrare non solo è quasi impossibile, ma è pericoloso. A farlo sono i volontari dell’Associazione Attivisti per i diritti animali Pomezia, autorizzati dall’Ufficio Tutela e Benessere degli animali del Comune di Roma, che vi accedono per occuparsi della triste situazione dei numerosi – qualche centinaio – cani presenti. “E’ vergognosa la situazione di randagismo – riportano dopo la visita di sabato 29 giugno – causata dalla mancanza di una preventiva campagna di sterilizzazione che il Comune di Roma dovrebbe attuare, visto che quegli animali rientrano nella Sua giurisdizione: cani malnutriti, cagnette incinta e decine di cucciolate ogni mese, cuccioli che non sopravvivono a causa di gastroenteriti alimentari, spesso maltrattati e uccisi dagli stessi abitanti del campo, senza considerare il pericolo che ha più volte provocato il loro attraversamento della statale ad alto scorrimento. Pochissimi sono gli animali adottati e tenuti dignitosamente da qualche famiglia, nella maggior parte dei casi sprovvisti di microchip”. I volontari raccontano storie di degrado, di inciviltà, di crudeltà: cani legati alle auto che poi si sfidano in corse folli, bambini che vengono istigati alla violenza contro gli animali sin da piccolissimi.
“Grazie al nostro intervento – raccontano – molti di questi animali sono salvi, ma per altri, più adulti, il destino sarà il canile a vita. Tutto questo si è generato in anni di mancato controllo dell’area destinata all’accoglienza dei Rom”.
nomadi 5La mancanza di controlli si evince anche dal degrado ambientale, documentato dalle foto scattate dagli stessi volontari, in cui riversa l’area non solo interna al campo, ma soprattutto quella circostante: rifiuti di ogni tipo, da quelli domestici ad elettrodomestici, parti di automobili ed elementi anche tossici.
Ma il degrado e la violenza non si limitano agli animali. “Dopo la triste vicenda di attrito tra le etnie residenti nel campo, culminata nell’incendio di containers e roulotte – spiega la Presidente dell’Associazione, Celeste De Cristofaro – la situazione è notevolmente peggiorata. Le fiamme hanno spaccato le tubature, che stanno riversando a terra litri di acqua ogni giorno. L’acqua, un bene così prezioso, che viene sprecata in maniera sprezzante”.
“L’evidente incuria e indifferenza da parte di chi dovrebbe far sorvegliare quest’area – proseguono i volontari – ha causato la libertà dei Rom di operare bracconaggio nei confronti dei cinghiali che abitano la campagna retrostante il campo: una situazione già denunciata dalle Guardie Zoofile della Lac, intervenute il 20 Giugno scorso, con la scoperta della presenza di cuccioli di cinghiale intrappolati in gabbie costruite con le reti dei lettinomadi 2. Altro reato è quello di allevamento di capi di bestiame, in particolare ovini, destinati ad evidente macellazione clandestina, come provano cumuli di lana e tracce di sangue in alcune zone esterne al campo, e la scomparsa e ricomparsa continua di questi animali; lo stesso destino spetta al pollame detenuto in gran numero in gabbie piccolissime, dagli abitanti abusivi accampati esternamente all’area autorizzata. Nella stessa area abbiamo documentato anche la presenza di Pappagalli Cenerino, la cui detenzione non rispetta gli articoli 48 e 49 del Regolamento Comunale sulla tutela degli animali e la detenzione di animali esotici. E ancora, un evidente allevamento di cani razza Chow Chow rinchiusi in piccolissime gabbie con pavimentazione in rete, senza alcun rispetto delle condizioni richieste nell’art 8 del succitato Regolamento; ovviamente la destinazione di questi cani, di provenienza sospetta, sarà il mercato illegale di cuccioli di razza”. La situazione è sconcertante: perché nessuno interviene? Eppure quanto testimoniato dai volontari di Pomezia è stato più volte denunciato alle autorità preposte, a partire dal Comune di Roma. Lo stato di degrado è visibile anche dall’esterno ed in zona i furti sono in continuo aumento, spesso imputabili proprio ai rom residenti in questo campo, come dimostrano i numerosi fermi effettuati dalle forze dell’ordine sia nel vicino outlet che nei supermercati di Pomezia. Senza voler essere razzisti, possibile che non ci sia soluzione?
nomadi 3“Ghettizzare i Rom nei campi, possibilmente molto distanti dalla città, renderli un problema lontano, da non controllare, lasciarli alle loro “leggi”, sarà una mossa furba per i Sindaci, ma non è più accettata da parte degli altri cittadini – spiega Celeste De Cristofaro – Dal momento che essi risiedono sul nostro territorio e che formano vere e proprie piccole città, vanno vigilati e costretti a rispettare le regole vigenti come noi tutti.

L’integrazione parte da questi semplici presupposti, altrimenti il loro vivere illegale diventa un grosso problema per noi e per gli organi responsabili della loro presenza e del loro agire. Pretendiamo l’intervento immediato di tutte le Autorità interpellate, la bonifica dell’ambiente circostante, la confisca degli animali detenuti illegalmente (di cui possiamo occuparci personalmente per la sistemazione presso rifugi ed oasi), che vengano puniti i responsabili e che si creino, da questo momento in poi, controlli accurati che evitino il ricrearsi e il perpetrarsi di queste vergognose situazioni”.

Impostazioni privacy