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Benvenuti a Tor San Lorenzo

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Una voce controcorrente. È quella di un cittadino di Tor San Lorenzo, che, in maniera educata e corretta, offre il suo punto di vista sulla verità del territorio, e che pubblichiamo ben volentieri.

“Scuole da quarto mondo assediate da topi e vandali, discariche abusive e strade piene di crateri, invasione di rom che spacciano e rubano, arrivo incontrollato di extracomunitari, furti, rapine, scippi e prostituzione”. Benvenuti a Tor San Lorenzo… avete presente il film nel quale il povero direttore delle Poste trasferito al Sud tenta a tutti i costi di rendere reale la realtà distorta che la moglie ha del meridione (con effetti esilaranti)? Trattasi del sagace testo di un volantino che sta circolando in questi giorni nel paese, le cui associazioni unite propongono un “Lutto cittadino” con tanto di serrande abbassate dalle 15 alle 18, il tutto previsto per il giorno 7 marzo. Forse un quadro, al di là di ogni possibile sarcasmo, un po’ troppo oltre la decenza satirica, che ha costretto il buon senso di alcuni commercianti alla censura di alcune parti del testo o alla non adesione all’iniziativa. E’ veramente questa l’immagine che vogliamo offrire del nostro territorio? Quarto mondo? Invasione di rom? Arrivo incontrollato di extracomunitari? Ricordiamo che queste situazioni, purtroppo, sono piuttosto comuni anche altrove, dove più, dove meno. E qui molto è stato fatto per arginare tali fenomeni; ricordiamo l’abbattimento di una parte del serpentone del residence Le Salzare e delle famigerate Torri, che hanno fatto migrare altrove circa 100 nuclei familiari di rom, inoltre, da menzionare anche la recente ordinanza del sindaco Luca Di Fiori contro gli insediamenti di campi rom sul territorio. Un decesso senza dubbio provocatorio, nella pallida speranza di una rinascita. Quid novi? Di proteste e lotte se ne sono viste e qualche risultato è stato ottenuto, ma ora? Per salvare il territorio è davvero necessario far ricorso a questo disfattismo prosaico? Cosa si spera di ottenere? L’aura popolaris può essere accesa anche senza ricorrere al catastrofismo, che, si sa, altro non genera se non rassegnazione e, soprattutto, paura. L’ignoranza genera mostri, la paura solo pecore.

M.V.

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