Venerdì 27 gennaio è stata celebrata in tutto il mondo la «Giornata della memoria» per non dimenticare l’olocausto nazista contro gli Ebrei. Quest’anno la Fondazione Carlo Levi di Roma per quella data ha commissionato a due artisti contemporanei di Pomezia, Carola Masini e Stefano Trappolini dei lavori site specific (creati per quel luogo) che secondo la loro sensibilità facessero capire al «mondo moderno» postguerra l’orrore della Shoa.
Il titolo scelto per la doppia installazione è La memoria dell’ombra.
Carola Masini ha realizzato l’opera Io sono, installazione di 96 pezzi, ognuno realizzato su un ritaglio di terracotta contenente un’impronta digitale diversa, un numero, della cenere; 96 persone hanno prestato la loro impronta digitale. Il tema è quello dell’identità, quella di un popolo che l’olocausto ha cercato totalmente di cancellare. Ma, come ci spiega la stessa artista, è un tema ricorrente che oggi ritroviamo nelle popolazioni migranti che perdono il loro territorio, gli affetti, le abitudini e quindi parte della loro identità e non per scelta. Arrivano nei nostri paesi e sono numeri, impronte digitali, spesso vittime.
L’opera di Stefano Trappolini intitolata Memoria universale riprende il suo tema classico delle sagome seriali, stavolta in tre dimensioni, rigorosamente senza colore e tutte contenenti all’interno la parola memoria .
Spiega l’artista: «ho realizzato sessanta sagome inscatolate… inserendo all’interno di esse la parola memoria ripetuta in circa 140 lingue diverse.L’utilizzo di così tante lingue è oltre che per una maggiore diffusione anche come monito a chi vuole smettere di ricordare o a chi pensa che tale esercizio sia inutile».
La mostra è visitabile fino al 28 febbraio 2017 presso la Fondazione Carlo Levi, via Ancona 21, Roma con i seguenti orari: lunedì, martedì e venerdì 15,00-19,00; mercoledì e giovedi 9,00-13.
Rosanna Impiccini
