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ARDEA, RAPINA ALLA FARMACIA CENTRALE

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Rapina a mano armata nella farmacia di via Laurentina, sotto la Rocca. L’episodio risale a ieri, intorno a mezzogiorno, quando tre individui, con il volto coperto da passamontagna, hanno parcheggiato la loro auto vicino l’arco di uscita del centro storico e si sono diretti verso la storica farmacia dove, armati di coltelli, hanno minacciato la direttrice. Mentre uno dei banditi le puntava l’arma al collo, gli altri svuotavano tutte le casse ad eccezione di una che, non aprendosi, è stata letteralmente scardinata dal bancone. L’importo contante asportato si aggirerebbe intorno ai diecimila euro, a cui vanno sommati i danni materiali della cassa scardinata e portata via dai malviventi. I tre uomini, una volta effettuato il colpo, sono tornati alla loro auto e si sono dati alla fuga. I banditi, stando alle testimonianze dei farmacisti, avevano un accento presumibilmente siciliano. Le indagini sono state affidate al Brigadiere Meloni della locale tenenza e coordinate dal maggiore Ugo Flooccher, comandante della Compagnia di Anzio. Gli investigatori sono convinti che i rapinatori abbiano le ore contate, avendo uno di loro perso il passamontagna – ora al vaglio dei RIS – durante la fuga.

Ma questo non tranquillizza i cittadini, ormai esasperati, che si sono ricolti direttamente al Comando Generale dei Carabinieri con una lettera di cui riportiamo il testo. “I cittadini di Ardea, ormai stremati, si rivolgono alla S.V. per informarLa di quanto segue: Da tempo nel nostro territorio stanno succedendo accadimenti gravi che stanno procurando “disordine” dell’ordine pubblico. Furti in abitazione, traffico di droga, prostituzione, e addirittura commercio illegale di armi e una fetta del territorio di 706 ettari di proprietà dello Demanio dello Stato  in cui quotidianamente vengono effettuati delitti contro persone e cose senza che nessuna forza dell’ordine, più volte sollecitata anche a mezzo stampa e con interrogazioni parlamentari, regionali e comunali, sia intervenuta a ripristinare l’ordine, facendo sì che quella porzione di Ardea  sia diventata un’enclave di illegalità sul territorio ove tutto è possibile. Per non parlare poi dei disastri amministrativi perpetrati in un comune guidato da un sindaco e da alcuni suoi delegati politici ed amministrativi rinviati a giudizio per fatti rilevanti che  influiscono negativamente nella condizione amministrativa. Da oltre quaranta anni il territorio di Ardea ha raggiunto l’autonomia amministrativa e ancora oggi mancano per gran parte dei residenti quei servizi essenziali quali  acqua, le fogne, il metano l’illuminazione pubblica e le strade asfaltate. Tale degrado favorisce il proliferare della delinquenza, oltre alla latitanza di esponenti di spicco della criminalità organizzata che sempre più spesso scelgono Ardea come loro rifugio. Il territorio è presidiato come è noto da una tenenza e da una stazione dell’Arma che però, è palese, si limitano a compilare  atti amministrativi e non riescono a mettere in atto una strategia investigativa atta a scovare i colpevoli di reati atroci che stanno incutendo terrore tra i cittadini. Per quanto sopra chiediamo un Suo sollecito autorevole intervento affinché si ponga fine a tutto ciò e la preghiamo altresì di voler disporre l’apertura dei comandi dell’Arma locali H. 24 in quanto la maggior parte dei reati, come Lei certamente sa, sono commessi di notte, quando la presenza delle forze dell’ordine è più scarsa rispetto alle ore diurne. Cinquantamila residenti vogliono essere trattati alla pari del resto d’Italia, dove la presenza costante delle forze dell’ordine fa dissuadere i criminali dal commettere reati. Sarebbe il caso di effettuare di notte pattuglie di carabinieri per frenare la dilagante delinquenza: crediamo che i cittadini onesti ritroverebbero in questo modo la fiducia nelle Istituzioni da Lei diretta. Restiamo in attesa di una sua esauriente risposta contenente fatti e non parole, poiché in caso contrario data la situazione disperata saremmo costretti a rivolgerci ad altre Istituzioni”. Il grido d’allarme è stato inviato anche Al Prefetto di Roma ed addirittura qualche giornalista ne ha parlato con il Presidente del Senato Pietro Grasso.

Luigi Centore

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