È ancora senza un colpevole l’omicidio di Alessandro Torni, il 43enne di Ardea ucciso più di sette anni fa su via Laurentina mentre era alla guida della sua Ford Fiesta, sulla quale viaggiavano anche suo padre e suo figlio.
I due accusati di omicidio, Mario Mirra e Claudio Di Costanzo, entrambi di Ardea, sono infatti stati assolti dal Tribunale di Frosinone, nonostante il PM avesse chiesto per loro l’ergastolo.
Nella serata del lontano 3 gennaio del 2008, intorno alle ore 18.30 circa, Torni, da poco uscito dagli uffici della Stazione Carabinieri di Tor San Lorenzo dove aveva adempiuto all’obbligo della firma cui era sottoposto, era stato affiancato sulla Laurentina da un’auto di grossa cilindrata e colpito mortalmente da uno degli occupanti. L’uomo si trovava sulla sua Ford Fiesta insieme al padre ed al figlio che fortunatamente non furono colpiti e rimasero illesi; per lui, invece, i due colpi al torace risultarono letali e l’intervento dei soccorsi, che lo trasportarono in ospedale, non furono sufficienti a salvarlo.
Dopo più di cinque anni di indagini, il 24 ottobre 2013, i Carabinieri della Compagnia di Anzio arrestarono Mario Mirra, pregiudicato 57enne di origine napoletana ma da anni residente ad Ardea, ritenuto responsabile dell’omicidio.
Il 9 gennaio 2014 fu invece arrestato quello che era ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, il 42enne di Ardea Claudio Di Costanzo.
L’assassinio, secondo la ricostruzione degli investigatori, era avvenuto per vendetta.
Alessandro Torni fino a qualche mese prima di essere ucciso, era sottoposto agli arresti domiciliari poiché ritenuto responsabile, insieme ad altre persone, dell’omicidio di Mario Guzzon, un 27enne originario di Aprilia, avvenuto nel febbraio del 1999: l’uomo fu raggiunto da più colpi di pistola e dato alle fiamme nei pressi dello stabilimento balneare di Tor San Lorenzo il “Gabbiano”; alla base ci sarebbero stati motivi legati al traffico degli stupefacenti.
Nel corso delle complesse indagini, i Carabinieri avevano appurato che alla base dell’omicidio ci sarebbero stati da un lato dei forti rancori personali, attinenti una relazione sentimentale conclusasi male fra il pregiudicato e la sorella dell’assassinato, e dall’altro la volontà di entrambi di primeggiare nel contesto criminale locale. A conferma di ciò, dalla minuziosa ricostruzione dei Carabinieri era emerso che i due già da tempo si erano affrontati pubblicamente; da lì a poco si è passati dalle minacce verbali a delle vere e proprie intimidazioni che si sono concretizzate anche in un primo agguato nei confronti di Torni, che quella volta riuscì a salvarsi.
Ma ora la decisione dei giudici della Corte d’Assise di Frosinone, che hanno reputato insufficienti gli elementi a sostegno dell’accusa, rimette tutto in discussione, e sull’uccisione del 43enne di Ardea torna il mistero. In aula sono emerse molte contraddizioni, che hanno favorito le tesi degli avvocati dei due imputati, che sono così riusciti a convincere i giudici.
Mario Mirra e Claudio Di Costanzo sono quindi tornati in libertà, anche se non si esclude un ricorso da parte del Pubblico Ministero, che resta convinto della loro colpevolezza.